Come mai i ragazzi sono violenti?
di Alberto Zali –
Classismo, razzismo o – e questo ci riguarda più da vicino – bullismo: sembra proprio che prendercela con i più deboli ci faccia stare bene. Del resto lo dice anche Caparezza: “Devi fare ciò che ti fa stare bene”. Bel problema: se sentiamo il bisogno di fare ciò che ci fa stare bene, è perché in fondo non siamo felici.
Lecce/ha 17 anni il ragazzo preso di mira dai propri compagni di classe perché introverso, perché studioso, perché – sostanzialmente – diverso. Soprusi e violenze che proseguivano da ormai un anno, che da ormai un anno venivano taciuti. Perché diverso. Ce ne rendiamo conto? I nazisti hanno torturato e massacrato Ebrei e Zingari perché diversi. I terroristi si fanno esplodere nelle nostre chiese perché ci considerano diversi. Ecco, noi – nel nostro piccolo – scegliendo di voltare le spalle e di disinteressarci a tutta questia violenza, quasi la giustifichiamo. Eppure, il perbenismo non risolve i problemi. Non siamo ghandi, possiamo predicare quanto vogliamo: il bullismo continua ad esistere, l’odio viscerale è davvero troppo forte e per sradicarlo non bastano parole d’amore. Per combatterlo dobbiamo capire da cosa nasce.
A guardare la storia, l’uomo si è sempre fatto la guerra. Sembra davvero che non ne possiamo fare a meno. Se non ché noi viviamo in un periodo di pace, nel più lungo periodo di pace che l’occidente abbia mai conosciuto. La guerra è lontana, sperduta in qualche paese lontano in Asia. Siamo al sicuro. Più o meno. Sì insomma, continuiamo a farci la guerra sul piano economico: agli Usa proprio non va giù il fatto che la Cina li abbia superati. Fanno di tutto – e davvero di tutto – per tornare ad essere la prima potenza mondiale. Continuiamo a farci la guerra anche sul piano sociale: lo vogliamo mandare a casa sua quel siriano laureato che ci ruba il lavoro. Ma la guerra la facciamo anche nel momento in cui vediamo qualcuno più debole e ce ne approfittiamo. Non deve per forza mietere vittime la guerra per essere tale, a volte basta poco a rovinare la vita di una persona, a portare la fame in un paese.
Forse davvero fare del male è insito nella nostra natura. Però ci aiuta saperlo. In fondo noi “vogliamo stare bene” e allora possiamo trasferire questa nostro desiderio di prevaricazione in un qualcosa di più costruttivo. Innanzitutto ci serve un sogno: quanti di noi hanno un sogno? Quanti sono costretti a rinunciarvi? Bel problema quando non abbiamo più un sogno: è comprensibile che poi diventiamo frustrati e violenti. Ok, forse avere un sogno è difficile, ma avere un obbiettivo si può fare no? Ci serve qualcosa per cui lottare. Se tanto vogliamo dimostrare che siamo i più forti, i migliori facciamolo evitando di prendercela con i più deboli.
Noi di SharingSaturday crediamo che lo sport serva un po’ a questo. È una valvola di sfogo. E poi ci insegna la disciplina, che per arrivare dove vogliamo arrivare dobbiamo tenere duro, aggrappandoci alla nostra meta con le unghie e con i denti. Oggigiorno sempre più ragazzi abbandonano il proprio sport. La fatica è vista cone una nemica. Il tempo non permette di fare attività sportiva. Come fare per riavvicinare i giovani al mondo dello sport? Fatecelo sapere nei commenti!
Continuate a seguirci, vi aspettano grandi sorprese.