#cosechenonsidicono/Libertà di espressione

di Aurora Tamburini

– Secondo l’articolo 21 della Costituzione italiana: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”

Nonostante ognuno abbia il diritto di manifestare la propria libertà di azione e di pensiero, è lecito ricordare che bisogna porre dei limiti affinchè sia garantita la pace nella comunità.
Di recente è accaduto un fatto che ha scatenato un dibattito frenetico che avuto luogo, come ormai di consueto, sulla rete dei social network.

IL POST CHE FA SCALPORE
Sono molti i commenti che hanno irradiato la foto postata da un’amica di Nunzia Canistro, vicesindaca di un comune sul Gargano in provincia di Foggia, che la ritrae di buon umore mentre, impegnata ai fornelli, indossa un grembiule con la raffigurazione di Benito Mussolini.

L’ACCUSA
L’accusa più sferzante è giunta dall’Anpi locale, che ha puntato un dito contro il ‘gioco goliardico’ auspicando le dimissioni della vicesindaca “nostalgica”: “Riteniamo questo grave episodio come il sintomo di una malattia sociale che ci coinvolge e ci impegna tutti e che si chiama ignoranza, perdita della memoria e della identità. Chi inneggia al Duce si riferisce a valori che negano la libertà e la democrazia nata dalla Resistenza e dalla Liberazione dal fascismo. La sua figura è incompatibile con l’esercizio di un ruolo istituzionale: rappresenta le istituzioni e tutti i cittadini.
Ci chiediamo quale esempio possa trasmettere dopo tale episodio”.

LA CONTROFFENSIVA
È partita su Facebook la controffensiva da parte della sig.ra Canistro, che si è difesa dalle “polemiche strumentalizzate” sostenendo che: “Non ho mai avuto nostalgie per periodi storici che considero lontani dal mio modo di pensare e di agire. Non accetto lezioni da nessuno sul mio sentimento democratico e antifascista. Mi sono fidata di un contesto privato e familiare che doveva restare tale e non finire sui social”.
La Canistro rincara la dose, proclamandosi paladina “democratica e antifascista” che adopera le sue convinzioni politiche per l’abolizione di qualunque forma di prevaricazione.

IL NOSTRO CONSIGLIO
Nel momento in cui si decide di condividere sui social momenti “privati”, foto e dati personali altrui bisogna essere coscienti del fatto che possono cadere nelle mani di chiunque, per questo è essenziale prestare la massima attenzione a ciò che si desidera mostrare sulla rete e soprattutto a chi potrebbe usufruirne.
Quella che doveva essere una bonaria serata tra amici è degenerata in un pandemonio a causa di una divulgazione impropria avvenuta senza il consenso della persona interessata.