Dal letame Hawhzin ha fatto rinascere i fiori

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Un folle e insensato omicidio, questo è l’avvenimento che ha cambiato una bambina di 4 anni, Hawhzin Azeel: è sera quando sente degli spari provenire da fuori, sua cugina è morta, è morta perchè vive in una società che non permette libertà alle donne, è morta perchè amava la persona sbagliata, è morta per un delitto d’onore, è morta senza un perchèOggi Hawhzin Azeel è a capo di un progetto che ha l’obiettivo di ricostruire la città di Kobane, situata in Siria, al confine con la Turchia, conquistata e poi nuovamente persa dalle truppe dell’ISIS. Il piano sta riscontrando grosse difficoltà dovute alla posizione sfavorevole, ma Hawhzin si ritiene soddisfatta e ottimista per tutto ciò che ha fatto. Questa storia oltre a raccontare la forza e determinazione di una ragazza, simboleggia il progresso, non quello tecnologico o scientifico, ma quello dell’integrazione delle donne che negli ultimi anni è certamente in crescita anche nel Medio oriente. Diverse sono state le campagne contro la violenza sulle donne e forte è stata la pressione politica. Paradossalmente ciò ha avuto – parlando di percentuali – un forte successo in Oriente, mentre in Europa la situazione non è molto cambiata dai primi anni del secolo: il 33% delle donne europee, infatti, dichiara ancora di essere stata vittima di violenza. La storia di  Hawhzin Azeel, pertanto, deve essere da esempio per le innumerevoli donne che, nonostante l’epoca in cui viviamo, sono ancora oppresse, ma soprattutto deve essere da monito a quegli uomini che non hanno ancora capito il concetto di integrazione e che si rifiutano di accettare l’uguaglianza con le donne dimenticando che – come diceva Gregory Bateson – “La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza”. E su questo abbiamo ancora da fare tutti davvero molta strada.

Lorenzo

Nel dolore del Natale

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