Fridayfever/ HIV, l’ignoranza che uccide

Di Riccardo Ciuffreda e Andrea Perrone

– Thanks God, it’s friday. E, thanks God, oggi pubblichiamo.

È notizia recente che Conchita Wurst, personaggio caratterizzato da un’immagine forte e talvolta oggetto di discussione nel mondo dello spettacolo, abbia dichiarato di essere positivo all’HIV da diversi anni. Pare che sia arrivata a questa decisione in seguito a ricatti del suo ex ragazzo, che minacciava di rendere pubblico il suo segreto. Stufo di cedere a stupide intimidazioni, ha preso coraggio, dando un segnale molto forte ad una comunità che ne ha fortemente bisogno.

Una delle prime storie a riguardo,che fece molto scalpore, fu il caso Magic Johnson, stella e bandiera dei Los Angeles Lakers, società di basket americana, andato in scena ormai piu di 25 anni fa. Non supportato e ampiamente criticato dall’ambiente, prese la decisione di ritirarsi dal panorama cestistico, salvo poi ripensarci alcuni anni dopo.

Ma, nel 2018, è normale che tutto ciò rimanga ancora un tabù? Un qualcosa di cui vergognarsi?

Secondo noi no. Spieghiamone il perché.

Questo ponte scolastico ha dato l’occasione a noi della redazione di passare un pomeriggio insieme e in mezzo alla gente con l’obiettivo di capire quanto e come il tema AIDS e HIV sia conosciuto, intervistando giovani e passanti.

Sapresti per esempio dirmi la differenza tra i due? Una domanda apparentemente semplice, no?

Eppure per i giovani, per lo più nostri coetanei, questa questione è stata motivo di mutismo e particolare imbarazzo.

Se tra gli “ex giovani” la risposta veniva quasi immediata e senza esitazione, la disinformazione regnava sovrana e indiscussa tra i più piccoli. La risposta era in realtà molto semplice: sappiamo infatti che con HIV si intende il virus dell’immunodeficienza umana, mentre con AIDS ci si riferisce alla sindrome, in parole povere alla malattia che ne consegue.

Ammesso e non concesso che la differenza resti ai più ignota, troviamo inaccettabile che un giovane non conosca la sindrome nemmeno a grandi linee, arrivando addirittura ad affermare che si tratti di un ceppo di epatite.

Con HIV e AIDS si parla della stessa malattia, seppur con termini differenti utilizzabili in base al contesto” ci riferisce erroneamente una donna sulla sessantina, frantumando la striscia positiva di risposte dei “colleghi” coetanei.

Altra questione che ha scatenato molte risposte convinte, nella maggior parte rivelatesi poi errate e a volte esilaranti, è stata la domanda sulle modalità di trasmissione del virus. Molti ragazzi erano infatti convinti che il virus fosse trasmissibile anche attraverso un semplicissimo bacio alla francese.

Urge allora una breve e concisa spiegazione: il virus è trasmissibile soltanto tramite rapporti sessuali non protetti o contatti sanguigni, come ferite aperte.

E’ stato un ragazzo di 17 anni, Riccardo, a riportare a galla la sua generazione, che stava letteralmente affogando in un mare di domande senza risposte. Si è dimostrato, infatti, preparato su tutti i quesiti che gli sono stati posti, compreso il fatto che l’AIDS non sia più una malattia incurabile.

Tuttavia, La percentuale di morti non tende ancora allo 0, purtroppo. Infatti, tra il 2% e il 5% di sieropositivi ancora oggi muore, sia per la terapia eseguita in modo superficiale e velleitario, sia per la diagnosi talvolta non tempestiva.

Nonostante tutto, alcune risposte e richieste ci hanno fatto ben sperare. Infatti, molti ragazzi sono sembrati, seppur ignoranti sul tema, incuriositi e desiderosi di informazione.

Secondo i più, il compito di sensibilizzare sarebbe delle scuole, luogo in cui anche i meno interessati non possono esimersi da ascoltare le lezioni e captare, magari anche per sbaglio, qualche informazione utile.

Altri sostengono invece che il problema andrebbe risolto alla radice: dovrebbero essere infatti i genitori i primi ad intervenire e aprire gli occhi ai figli, spesso precocemente catapultati nel “mondo dei grandi” senza neppure avere una minima formazione di base, un solido kit di partenza.

Il nostro obiettivo, come speriamo abbiate intuito, è cercare di intervenire dove le lacune sono evidenti e fare chiarezza su topic importanti, molto spesso terribilmente trascurati.

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Ogni venerdì alle 14 saremo presenti con un nostro articolo, pronti a spiegarvi qualcosa di nuovo, con l’innocenza, la voglia di imparare e di conoscere che caratterizzano un ragazzo.

A venerdì prossimo, #fridayfever.

P.S. Se non l’hai ancora fatto, vai a leggere l’articolo che avevamo fatto venerdì scorso. Se invece vuoi saperne di più, dai un’occhiata a questo.