15 MARZO/Giovani in piazza per il futuro, ma domani?

Migliaia di studenti da ogni parte d’Italia e del mondo si sono riuniti ieri in piazza per protestare e far sentire la propria voce. A nessuno è infatti rimasto indifferente l’appello di scienziati, attivisti e ambientalisti a prendere finalmente sul serio l’impatto che gli uomini hanno sulla natura che li circonda.

Cosa possiamo fare?
Per troppi anni si sono ignorate le conseguenze dell’industrializzazione, scaricando alle generazioni future il peso di dover far fronte a tale problematica. Adesso, però, è diventato impossibile rimandare ulteriormente le nostre preoccupazioni. Per quanto possa sembrare minimo, l’aumento della temperatura media di soli 1,5 gradi porta con sé conseguenze drastiche alle quali ci stiamo lentamente avvicinando. Basti pensare che in poche decine di anni questa sia già salita di 0,8 gradi e che non accenni ad arrestarsi. Secondo la scienza, però, siamo molto vicini a superare quella soglia. L’aumento del livello del mare, come anche la diffusione di grave siccità in zone fino ad adesso sempre state abitate, sono ciò che ci aspetta in futuro se non prendiamo immediatamente provvedimenti.
Per quanto ognuno si possa adoperare per ridurre al minimo i propri sprechi, il grande passo deve essere fatto dalle industrie e dai nostri politici. Nonostante questi abbiano attuato piani a lungo termine per diminuire le emissioni di gas nocivi al nostro ambiente e allo stesso tempo aumentare le energie green, questo non basta. Si stima che anche se tutti i progetti venissero rispettati, cosa già di per sé non scontata, si finirebbe solo per rimandare di qualche anno l’inevitabile.

Tutti in piazza
È per questo che si è deciso di far sentir il proprio dissenso ed incitare i nostri capi di stato a prendere in mano la situazione.
La folla di studenti di ogni età che ha riempito le nostre piazze è stata ispirata, prima di tutto, da una giovane attivista svedese di soli 15 anni: Greta Thunberg. Si è fatta conoscere grazie alla sua decisione di saltare scuola ogni venerdì per manifestare davanti al parlamento, con l’obbiettivo di convincere i parlamentari di Stoccolma ad affrontare il problema del riscaldamento globale. I suoi sforzi sono stati ascoltati quando ha avuto l’opportunità di parlare al Parlamento Europeo di Bruxelles, catturando l’interesse dei media e di moltissimi giovani nel mondo.
Proprio dal suo impegno è nata l’organizzazione Fridays for Future, che ha proposto lo sciopero del 15 marzo. Sono stati in migliaia a portare con sé striscioni e cartelli e marciare per le più grandi città d’Italia, non presentandosi a scuola e lasciando moltissime aule praticamente vuote.
Ancora una volta è stata lasciata ai ragazzi la responsabilità di lottare per il proprio futuro e per il mondo nel quale cresceranno, ma le loro richieste saranno ascoltate?