Francia/Il terrore accompagna i cittadini ai seggi

di Laetitia Carbone

– Quest’oggi, tra la paura e la confusione derivati dagli ultimi avvenimenti sul suolo francese, la popolazione si trova ad un bivio: proteggere il paese con misure talvolta estreme o portare avanti l’ideologia “Liberté, Egalité, Fraterinité”?

UNA FERITA ANCORA FRESCA
Sono trascorsi solo tre giorni dall’ultimo attacco rivendicato dall’ISIS, avvenuto sulle vie francesi, più precisamente sugli Champs d’Elysées, simbolo della Ville Lumière, del prestigio francese in tutto il mondo. L’attentato, avvenuto giovedì notte, vede un giovane francese, appartenente alle truppe dello stato islamico, aprire il fuoco su una pattuglia della polizia francese. L’uomo uccide sul colpo uno degli agenti, poi ne ferisce altri due, prima di essere definitivamente freddato.

Questo è uno dei tanti atti terroristici avvenuti sul suolo francese, che lascia il popolo ulteriormente scosso. Questa volta però i francesi hanno in mano la possibilità di un cambiamento radicale. Potrebbero, con le elezioni del presidente, cambiare una volta per tutte il volto e le sorti della Francia.

CHI SARÀ L’XI PRESIDENTE FRANCESE?
Le urne per le votazioni resteranno aperte quest’oggi dalle 8 alle 20. Oltre 45 milioni di elettori, tra cui 1,3 milioni di francesi residenti all’estero, sono tenuti a dare la loro preferenza tra i quattro candidati: Emmanuel Macron, Marine Le Pen, François Fillon e Jean-Luc Mélenchon.

Macron: è il candidato centrista, il quale propone una Francia aperta, pro-Europa e pro-globalizzazione, rivendicando quello che è stato il piano politico di Barack Obama.

Le Pen: dall’apertura delle urne è vista in testa ai sondaggi. Rappresenta la destra radicale e propone l’uscita dall’Euro, la revisione dei trattati di Schengen e un aumento delle misure protezionistiche.

Fillon: candidato del centro-destra, porta avanti le ideologie di un paese liberale, che deve riaffermare la sua sovranità senza però uscire dall’UE, ma mette al primo posto sulla lista delle priorità la lotta al terrorismo.

Mélenchon: candidato della sinistra radicale, sostenitore di una politica economica “mista”, derivante da un’ideologia comunista, che favorisce un’economia composta da società capitalistiche, aziende pubbliche e cooperative.

UNA VOTAZIONE DETTATA DALLA PAURA
Quello che nessuno di noi si aspettava è certamente un’elezione su uno sfondo di paura. I francesi, infatti, sia residenti sul suolo francese sia cittadini all’estero, si trovano a dover scegliere il candidato che sarà in grado non solo di migliorare la situazione economico-politica del paese, ma soprattutto che riesca a mettere un punto fermo ai continui attacchi dei jihadisti. Molti giovani, però, sono propensi ad astenersi dal voto, a causa degli ultimi episodi di violenza. La candidata preferita per questo compito è sicuramente la Le Pen, ma siamo sicuri che tutti i francesi vogliano un’estremista a capo dello stato?

Non si può sapere con certezza, ma non si può fare a meno di pensare che questa situazione sia in qualche modo favorevole a qualcuno. In periodi difficili, infatti, un popolo spaventato è facilmente più controllabile che in anni di agiatezza. Non ci resta che attendere fino al 7 maggio, quando, al termine del ballottaggio tra i due finalisti decisi nella giornata di oggi, ci sarà svelato il nome di chi ricoprirà, per i prossimi sette anni, la posizione di presidente della repubblica francese.

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