#ShareTheStory/ Tragedia ad Ancona, morto Michele Scarponi

di Elisa Pomata

Oggi #ShareTheStory ha deciso di dedicare un articolo alla tragedia avvenuta ieri, sabato 22 aprile, dove il noto ciclista Michele Scarponi ha perso la vita.

MICHELE SCARPONI, TRAGEDIA AD ANCONA
Ieri, sabato 22 aprile, il mondo del ciclismo ha subito un gravissimo lutto: il campione Michele Scarponi è morto in un incidente stradale.
La notizia lascia subito sgomenti ed addolorati amici, parenti e federazioni sportive.
Scarponi aveva solamente 37 anni, sposato, con due gemelli ancora piccoli.
Ieri mattina, probabilmente come d’abitudine, è uscito presto per allenarsi sulle strade del proprio paese, Filottrano, in provincia di Ancona.
Egli si stava preparando per il prossimo Giro d’Italia, in partenza il 5 maggio.
Durante l’allenamento, però, lo schianto frontale con un camion. Scarponi è morto sul colpo.
La dinamica dell’incidente sembrerebbe vedere l’autista come il colpevole dell’accaduto, perché non avrebbe rispettato la precedenza: egli però si è difeso dicendo di non aver visto Scarponi.
La polizia sta indagando, ma nel frattempo ha accusato l’autista per omicidio stradale.
Scarponi, ieri mattina, si stava allenando. Egli stava seguendo ancora una volta la propria passione.
La sua morte è una notizia sconvolgente, soprattutto per la dinamica. Michele era in bicicletta, quel mezzo che sapeva destreggiare come fossero gambe, quell’oggetto che rappresentava la propria passione, i propri successi, la propria vita. Ebbene si, è morto seguendo il suo sogno.
VITE INTERROTTE
Purtroppo, l’episodio di Scarponi, non è l’unico.
Nella storia del ciclismo molti professionisti e campioni hanno perso la vita durante il periodo di attività, ma crearono ancora più sconforto quelle avvenute durante le gare.
Per quanto riguarda gli sportivi italiani più famosi, possiamo ricordare Serse Coppi, fratello di Fausto Coppi, il quale, nel 1951, cadde a soli 2km dal traguardo del Giro di Piemonte, a causa delle rotaie del tram; cadendo sbatté la testa, ma, credendo che non fosse successo nulla di grave, si rialzò e riprese la gara. Alla sera però, morì per emorragia cerebrale.
Dieci anni dopo, Alessandro Fantini, perse la vita nella sesta tappa del Giro di Germania, a causa di una caduta.
Nel 1995, Fabio Casartelli, partecipò al Tour de France. Alla quindicesima tappa si verificò un incidente collettivo, dove Casartelli perse il controllo della bicicletta, sbattendo la testa contro un paracarro. Nonostante i tempestivi soccorsi, non riuscì a salvarsi.
Episodio fuori gara, fu quello di Michela Fanini, morta a soli 22 anni nel 1994, a causa di un incidente stradale nei pressi di Lucca.
IL VALORE DEL TEMPO
Tutti questi episodi lasciano sconfortati, e ci permettono di riflettere su quanto sia beffardo il destino, e su quanto imprevedibile sia la vita. Questi grandi sportivi avevano alle spalle grandi successi, fama ed allo stesso tempo costanza e passioni. Le loro vite, sono state spezzate in un modo che lascia l’amaro in bocca, perché nessuno, mai e poi mai, dovrebbe morire seguendo i propri sogni. La vita è davvero imprevedibile, e questo deve insegnarci che per viverla al meglio, bisogna vivere tutti i giorni. Perché, senza cadere nella drammaticità, è impossibile prevederne la svolta o la fine, e per questo non si dovrebbe mai lasciare che il nostro tempo sia rubato da qualcun altro o qualcos’altro. Il nostro tempo è prezioso, non buttiamolo via.