Turchia: il referendum del superpresidenzialismo

di Valentina Testa

– Turchia, ecco la prima parola che ci viene in mente guardando questa immagine ed ecco arrivare anche tutte le altre. Paura, attentati, Gabriele Del Grande e Erdogan. Proprio di queste due persone vogliamo parlare oggi: per quanto riguarda il primo, dovremmo già sapere tutto o quasi grazie a tg e radio.

 

Lo sciopero della fame di Gabriele
Gabriele Del Grande, documentarista e giornalista italiano, è stato fermato al confine tra Siria e Turchia più di dieci giorni fa. Soltanto oggi ha potuto telefonare alla famiglia e comunicare che sta bene, ma ha iniziato lo sciopero della fame. Nessuno ha potuto vederlo, nonostante ciò che era stato stabilito nella Convenzione di Vienna (1963).

 

Il superpresidenzialismo di Erdogan
Ora, però, parliamo di Erdogan e del suo superpresidenzialismo. Il 16 aprile scorso si è svolto in tutta la Turchia il referendum, in seguito al quale, il fronte del “Sì” ha riportato una vittoria con il 51% circa sul “No”. Sono sorte molte polemiche su presunti imbrogli, schede non timbrate e molto altro. Oggi, però, non vogliamo soffermarci su questo. Parleremo dei cambiamenti che avverranno o, perlomeno, dovrebbero avvenire.

 

Dal sistema parlamentare a quello presidenziale
Con la nuova costituzione, il sistema, fino ad ora parlamentare, diventa presidenziale. In passato, il parlamento, che era eletto ogni quattro anni, aveva il potere legislativo. Oltre a questo anche il compito di esprimere le opinioni del governo e di controllarne l’operato con il voto di fiducia. Il presidente veniva eletto ogni cinque anni ed era una figura prettamente rappresentativa.
Con il nuovo sistema, invece, il governo e di conseguenza la carica di primo ministro sono aboliti. Il presidente viene, come prima, votato ogni cinque anni e ha il potere di nominare e revocare i ministri. Quinquennali sono anche le elezioni politiche.

 

Potere esecutivo al presidente
Il compito di far applicare le leggi era affidato al presidente del consiglio e a tutti i ministri. Inoltre il governo era tenuto a indirizzare l’Assemblea nazionale turca verso una scelta legislativa ben precisa. Oltre a ciò, doveva anche emanare i regolamenti attuativi, i quali dovevano essere approvati dal Consiglio di Stati.
Ora, il potere esecutivo è nelle mani del presidente della repubblica, che quindi ha gli stessi incarichi del primo ministro, ormai decaduto. Deve anche firmare i decreti esecutivi, che, però, quando hanno gli stessi temi, non hanno una superiorità legislativa rispetto alle leggi del parlamento.

 

Il presidente non è più imparziale
Mentre prima il presidente era obbligato a dimettersi da ogni tipo di carica di partito e a mantenere un ruolo super partes, ora è diverso. Il presidente può avere qualsiasi carica all’interno di un partito, anche quella del leader.

 

Il nuovo impeachment
Almeno un terzo del parlamento poteva richiedere un’indagine sul presidente per alto tradimento. Tre quarti, invece, era il numero necessario affinché il presidente venisse destituito.
Ora, invece, il cosiddetto impeachment può essere avviato soltanto se tutti i parlamentari sono d’accordo. In seguito, quindici membri del parlamento, scelti tra i partiti eletti, valuteranno il caso per poi parlarne con tutti gli altri. Questo può essere rimandato alla corte suprema soltanto con la maggioranza dei due terzi.

 

Il consiglio dei giudici e dei pubblici ministeri ha meno volti

Il consiglio dei giudici e dei pubblici ministeri era uno degli organi più importanti in Turchia. Ne facevano parte ventidue membri, di cui solo quattro erano nominati dal presidente. Ora ce ne sono soltanto tredici. Sette di questi sono nominati dal parlamento, gli altri sei dal presidente.

Questi cambiamenti verranno attuati da Erdogan e dal suo partito? Se sì, quando? Cosa succederà in Turchia? E quali saranno le conseguenze nel resto del mondo?
Più della metà dei turchi ha votato “Sì” al referendum, ma sa davvero cosa comporta tutto questo? È consapevole di aver avuto in mano per qualche minuto le sorti del proprio Paese, un’enorme responsabilità?
Se ti interessa qualcosa in più riguardo il prendere posizione e vuoi approfondire il tema della responsabilità di fronte ad un referendum, ti consigliamo questo articolo.