ESCLUSIVO/Intervista a don Paolo Farinella

di Valentino Ferrari

– Premesso che, nonostante tutte le più importanti TV, radio e giornali italiani, la CNN, una radio australiana e Vanity Fair abbiano chiesto di intervistarlo, egli non ha rilasciato alcuna intervista – a eccezione di questa – la Redazione di Sharing ringrazia don Paolo Farinella per la grande disponibilità.

 

Cos’è che l’ha spinta a chiudere la sua chiesa nel periodo natalizio? 

Bisogna partire da una riflessione. Che cosa significa questa festa? A pensarci bene, ho capito che oggigiorno non significa più nulla. Dovrebbe essere una festa della famiglia, ma è diventata una festa di consumo di ricorrenza civile. Il Natale era nato come contrapposizione nel IV sec. alla festa del dio Mitra, una festa dove ci si insultava, tutto era ammesso, pure gli omicidi. Oggi sta succedendo una cosa simile, perché ci siamo dimenticati il significato della festa, e l’unica cosa che ci lega è la figura di Gesù. Ma molti, ormai, non sanno più chi sia.

 

Come si immagina il viaggio di Giuseppe e Maria se la loro meta fosse stata l’Italia del decreto Salvini?

È chiaro che se Giuseppe e Maria si fossero diretti nell’Italia del decreto Salvini, sarebbero stati espulsi perché clandestini, e sarebbe stato negato il permesso di soggiorno. Ed è infatti per questo che ho voluto dare un segnale forte chiudendo la Chiesa. In questo contesto, il Natale non ha più senso. Nel 2006, scrissi un libro intitolato “Il Crocifisso fra potere e grazia”. Mi sono accorto che ho predetto il futuro: i politici, per guadagnare voti, utilizzano le figure cristiane, Salvini giura sul vangelo, di Maio bacia l’ampolla di San Gennaro, ma concretamente, fanno l’opposto di quello che chiede la religione.

 

Come ha reagito quando Salvini ha fatto il suo nome in un tweet?

Non ho reagito. Bisogna però considerare che io non ho chiuso la chiesa per mettermi in mostra, infatti ho rifiutato ogni intervista, tranne questa.

 

Come si immagina l’Italia esattamente fra un anno?

È chiaro che se andiamo di questo passo, non si può che peggiorare. La nostra società è diventata come la definì Bauman, ovvero liquida. È senza consistenza. Noi, quando non abbiamo argomenti, diventiamo cattivi. E se oggi siamo finiti così, è perché siamo una società “senza argomenti”. Io oggi ho paura, e non la ho mai avuta. Chissà dove andremo a finire…

 

Ripeterà, se necessario, il gesto di chiudere la chiesa in altre occasioni?

Una volta, mi ricordo, nel bel mezzo di una messa, chiesi ai fedeli:”Ma perché siamo qui?”, e proposi anche di terminare la messa. Il fatto fu gradito, e io finii la messa proprio nel bel mezzo. Tornando alla domanda, non lo so. La Chiesa non può continuare a fare finta di niente. Perché se continua a non fare finta di niente, allora ha ragione Karl Marx quando diceva che la religione fosse l’oppio dei popoli. Se la Chiesa vuole essere complice di questa situazione, servendo solo come oppio per il popolo, può farlo, ma io non voglio essere complice di questa situazione!