GENDER GAP/Un passo avanti per le donne nella scienza

L’11 febbraio ricorre la “Giornata internazionale per le donne nella scienza”, che è stata istituita dall’Onu, con l’obiettivo di affrontare la disparità di genere (o gender gap) negli studi e nel lavoro.

Sono tante le donne che ricoprono un ruolo importante in campo scientifico?

Fino a qualche anno fa le donne che si facevano notare in campo scientifico si potevano contare sulle dita di una mano: Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, solo per fare qualche esempio. Negli ultimi anni le donne che intraprendono carriere di rilievo in questo settore sono diventate molte. Abbiamo visto donne astronaute, medici, ingegneri e ricercatrici a capo dei più prestigiosi enti internazionali. Pensiamo ad esempio a Samantha Cristoforetti, astronauta, e a Fabiola Gianotti, direttore del Cern di Ginevra, per citare due italiane. Anche nell’ultimo periodo della pandemia di Covid-19, le donne (scienziate, ricercatrici, dottoresse ecc.) si sono dimostrate fondamentali per fronteggiare l’emergenza.

Nonostante questo, quali problemi persistono ancora?
Lo stipendio medio di una donna scienziata è inferiore rispetto a quello di un uomo; secondo il report dell’Unesco “Women in Science”, inoltre, meno di un terzo dei lavoratori in campo scientifico è donna.

Cosa ci dicono le percentuali in Italia?
Secondo l’osservatorio Talents Venture nel sistema universitario italiano le donne rappresentano il 55% degli studenti. Il 17% di loro sceglie un percorso Stem (Science, Technology, Engineering and Mathemathic). Si riscontra però un gender gap non indifferente, nonostante negli ultimi anni il trend sia in crescita e sempre più ragazze decidano di iscriversi a queste facoltà con, oltretutto, un rendimento migliore rispetto a quello degli uomini. Anche il tasso di occupazione e il salario presentano disparità: riguardo al primo la percentuale di uomini è del 91,8%, quella delle donne è del 89,3%, riguardo al salario gli uomini hanno una retribuzione mensile più alta di quella delle donne.

Quale messaggio lanciano le donne italiane che hanno intrapreso un percorso Stem?
Tra le tante donne italiane che hanno intrapreso questo percorso ne sono state intervistate alcune che hanno lanciato un messaggio fondamentale: ognuno di noi ha il diritto di seguire le proprie passioni e i propri sogni. Bisogna seguire e coltivare le proprie ambizioni, credere in se stessi e nelle proprie abilità.
Molto incisiva è stata la frase di Laura Magheri, ingegnere aerospaziale “Non porsi limiti, né scientifici né geografici, e far sì che le proprie passioni siano il marchio del personale profilo professionale”.

Qual è la conclusione?
L’apporto delle donne in campo scientifico diventa sempre più prezioso e massiccio.
Dal punto di vista culturale sono ormai riconosciute alle donne le medesime capacità degli uomini. Naturalmente vi è l’ulteriore necessità di conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari, per evitare che la donna debba scegliere se dedicarsi alla carriera o alla famiglia.
La sfida del futuro è proprio quella di eliminare le differenze su stipendi e tasso di occupazione.
Ricordo che la tutela delle donne nel mondo degli studi e del lavoro, in questo caso scientifico, è fondamentale per l’innovazione e lo sviluppo del Paese.

GENDER GAP/Un passo avanti per le donne nella scienza

SCUOLA/In classe fino a fine giugno