Giappone, quale terremoto può buttarlo giù?

– Di Maria Elena Cassinelli

Alla luce delle ultime scosse sismiche riscontrate in Toscana, in particolare presso Amatrice, sorge spontanea una domanda: una scossa tellurica di pari grado avrebbe provocato tale scompiglio anche in Giappone?

Sono in molti ad affermare che nell’isola nipponica lo stesso terremoto avrebbe inflitto molti meno danni e perdite. Le cause sono da ricercare nei differenti modi di affrontare le emergenze legate alle scosse sismiche. La prima differenza si riscontra nei metodi di costruzione; in Italia la maggior parte delle famiglie vive in abitazioni vecchie, mai ristrutturate e spesso costruite in zone ad alto rischio di scosse, senza tener conto delle regole sismiche. Al contrario, in Giappone tutti gli edifici sono antisismici e vengono ricostruiti dopo poche decine d’anni. In secondo luogo, nel paese asiatico la popolazione viene istruita riguardo le pratiche d’emergenza in caso di terremoto e viene coinvolta in frequenti esercitazioni, tra cui quella di massa che si tiene ogni 1° settembre (in memoria del grande terremoto che nel 1923 devastò Yokohama e Tokyo e causò circa 140000 morti). Ogni famiglia, inoltre, detiene un kit d’emergenza che contiene farmaci e viveri in caso di terremoto. In Italia, invece, le esercitazioni vengono effettuate solamente in alcuni edifici pubblici, quali le scuole, e la maggior parte della popolazione ignora le pratiche di sicurezza. Inoltre, in molti casi le uscite di sicurezza non sono ben segnalate e gli estintori talvolta non funzionano. Infine, i Giapponesi sono dotati di molte infrastrutture adibite al monitoraggio dei moti tellurici e alla previsione dell’arrivo dei terremoti. Così, nei pochi minuti che precedono la scossa, le autorità possono avvisare la popolazione e inviare soccorsi tempestivi. In Italia, al contrario, a causa della scarsa organizzazione in questo campo, i soccorsi sono successivi e spesso insufficienti. Dunque, la colpa di tutto ciò non è da imputare al solo terremoto, ma anche all’incuria dell’uomo. Forse se ci si concentrasse maggiormente sulla prevenzione, catastrofi di tale scala non avverrebbero.

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