GUERRA/Quanto può spingersi oltre Putin?

Dal 20 febbraio 2022 una catastrofe, del tutto inaspettata, si è abbattuta sul confine Russo-Ucraino; la superpotenza orientale ha dichiarato l’inizio del conflitto, che persiste ancora oggi.  Da qui il resto è storia, una storia che vive nel presente, una storia segnata da vittime, da paura, da coraggio e da speranza.

 

L’ARMAGEDDON NUCLEARE.

Parole forti quelle del presidente americano Joe Biden; egli utilizza infatti il termine “Armageddon”, dall’ ebraico; ma anche in latino come nel greco; il luogo dove si svolgerà la battaglia finale tra il bene e il male, nel nostro caso la terra.

Putin smentisce la teoria nucleare, motivando che gli ordigni sono strettamente occidentali, in quanto usati dall’America, durante la seconda guerra mondiale. Attorno a questa convinzione aleggia però un alone di incertezza, dobbiamo infatti ricordare, che i più fidati consiglieri dello Zar russo sono signori della guerra, persone che più il conflitto dura, più i loro portafogli si riempiono; tra questi: il leader e generale ceceno Ramzan Kadyrov, che pochi giorni fa inviò a valutare, nella capitale russa, l’impiego di un’arma nucleare a basso potenziale; un’altra figura devota a Putin, è il nuovo primo comandante delle truppe russe Sergei Surovikin, più comunemente chiamato: Generale Armageddon; da questo momento in poi le sorti dell’Ucraina, milioni di vite, sono nelle sue mani.

 

IL GENERALE DELLA MORTE.

Sergei Surovikin: 56 anni, multiple onorificenze; mani costantemente sporche di sangue.

Esperto di ordigni, veterano dell’aviazione; per mano sua terribili bombardamenti hanno devastato intere città, ovunque lui comandava. Gli ex colleghi lo descrivono spietato, con scarso rispetto nei confronti della vita umana, ma anche pericolosamente competente. Il raid su Kiev di ieri era il suo primo “test” degli armamenti russi; qual è il suo compito? Riempire le falle presenti nell’organizzazione dell’esercito russo ed abbattere le principali infrastrutture ucraine; la cosa forse più preoccupante è che, durante tutta la sua carriera, non ha mai fatto distinzione tra bersagli politici e civili, se qualcuno si intromette nella riuscita delle sue operazioni, anche quel qualcuno diventa un bersaglio delle operazioni .

 

SPERARE.

Camere di tortura, fosse comuni, grida, pianti: questo è lo spettacolo che sta vivendo il popolo ucraino in questo momento; e ciononostante non si arrende, ciononostante continua a sperare e anche noi dobbiamo sperare. Sperare non in un futuro migliore, ma bensì sperare in un presente migliore; perché il futuro è troppo vago, mentre il presente è sempre certo.