Ma lo sai di che cosa si parla quando si dice Italicum?

Di Alice Cocurullo
– L’Italia è una repubblica democratica.
Alle elezioni gli italiani votano per farsi rappresentare sia alla Camera dei Deputati che al Senato. Sin dall’origine della storia repubblicana (1946) il metodo di elezione sia della Camera che del Senato è stato univoco – tenendo conto che gli elettori, però, avevano età diverse (alla Camera over 18, al Senato over 25) – mentre a partire dalla fine degli anni ’80 si è iniziato a sentire la necessità di creare una legge per abolire l’elezione dei senatori.

Secondo il Referendum proposto sulla riforma voluta da Renzi il Senato sarebbe stato costituito da rappresentanti provenienti dalle cariche regionali e il numero di senatori sarebbe stato ridotto per ridurre con esso i costi giornalieri dello Stato. Questa legge non ha avuto, però, l’approvazione del popolo che ha votato con la maggioranza di “No” al Referendum e dunque si è rimasti al sistema della legge precedente. La Camera era però già stata modificata in vista della vittoria del “Sì”, dunque ora esistono due leggi per eleggere prima i rappresentanti di una parte (Italicum per la Camera) e poi i rappresentanti dall’altra (Consultellum per il Senato), ma solo il partito o la lista che riesce a vincere in entrambi i rami del Parlamento può effettivamente governare il Paese.

Qui sorge il problema.
Secondo l’Italicum, alla Camera vince il partito con la maggioranza di voti (prima assicurati in seguito ad un ballottaggio, ora abolito da una sentenza della Corte Costituzionale) che, se raggiunge il 40% dei voti, ottiene un premio di maggioranza che garantisce la governabilità. Ma per governare, il vincitore deve avere la maggioranza anche in Senato, per evitare che il governo sia instabile. Nel Senato, però, i partiti si possono coalizzare senza distinzioni, creando un’alleanza precaria a causa degli scontri tra ideologie. Tutto ciò seguendo la vecchia legge elettorale: il Consultellum.

LE POSSIBILI COALIZIONI
Il Movimento 5 Stelle ha ribadito più volte che non si alleerà mai con nessuno, ma sappiamo benissimo che Destra e Sinistra sono tra di loro accondiscendenti e tendono a coalizzarsi.
I grandi della Sinistra sono PD e soggetti minori della Sinistra – ora come ora distanti a livello ideologico essendo il Partito Democratico, comandato da Renzi come Segretario del Partito, noto per le sue ideologie di centrosinistra, incompatibili con quelle dell’estrema sinitra. È più probabile dunque un’alleanza piddina con i partiti centristi che – tecnicamente – fanno parte del raggruppamento di centrodestra.
A Destra, invece, la situazione è forse più complessa. La Forza Italia berlusconiana e la Lega Nord salviniana, i due raggruppamenti più forti, hanno ben pochi punti in comune e, soprattutto, i due leader hanno una prorompente necessità di egemonia. Gli elettori dei due partiti sono, oltretutto, estremamente contrari alle figure rappresentanti dell’altro partito, dunque il loro voto e la loro stima nei confronti dei propri segretari diventerebbero dubbi. La soluzione più ragionevole sembrerebbe quindi l’alleanza con i partiti minori.

LA BUROCRAZIA ITALIANA
Uno dei problemi maggiori dell’Italia è la complessità e la lentezza del sistema burocratico, che rende lo Stato quasi perennemente bloccato e ridotto a trovare piccole scappatoie per raggirare il farraginoso iter delle leggi. In questo modo i Parlamentari perdono di vista le urgenti problematiche del Paese.
Anche la sola approvazione di una legge è posticipata da un continuo rimbalzo tra i due rami del Parlamento. Per superare tale questione, l’idea del Referendum a cura dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, avrebbe ridotto il potere del Senato, conducendo il compito di emanare le leggi alla sola Camera dei Deputati. Il Referendum non ha raggiunto l’esito sperato dal governo e l’Italia permane nella stessa complessa situazione di sempre con una legge elettorale – l’Italicum rivisto dalla Corte Costituzionale – che non permette a nessuno realmente di vincere.
Riusciranno i partiti a trovare un accordo e a costruire regole democratiche condivise da tutti? Pare difficile, ma si sa… la speranza è l’ultima a morire.