Parlamentari donna? La battaglia delle suffragette nel terzo millenio

di Alice
– La percentuale delle donne in Parlamento dovrebbe essere pari purtroppo con il risultato delle ultime elezioni politiche non è stato così. Nel nuovo governo ci saranno più uomini che donne e tra i 9 mila candidati che hanno corso alle politiche quasi la metà è donna. L’unico partito a portare in Aula la percentuale femminile più alta è stato il movimento 5 Stelle con il 39%.

Se facciamo un confronto con il passato il numero è in crescita ma la percentuale delle elette, sia alla Camera che al Senato, rimane sotto la soglia del 40% ovvero la soglia minima per le donne candidate. Agli uomini non va meglio: infatti la soglia prevista del 60%, non è stata superata. Guardando anche le regioni italiane per “elette” tra i primi posti troviamo Sicilia, Campania e Trentino-Alto Adige, dove un deputato su due è donna. La Valle d’Aosta alla Camera sarà rappresentata per la prima volta da una donna.
Quello delle parità tra donne e uomini in politica dovrà essere un cammino molto lungo perché su 1500 incarichi da ministro le donne, nel corso degli anni, ne hanno ricoperti solo 78.
Spesso la minore presenza femminile in Parlamento si liquida dicendo che le donne non sono interessate alla politica, ma la ricerca scientifica afferma il contrario: più donne vengono elette più la qualità dei politici aumenta, soprattutto grazie ad un miglioramento di quella degli uomini.
La nuova composizione del Parlamento sarà, certamente, più equilibrata rispetto a quelle passate, alla Camera entreranno 210 donne su un totale di 630 deputati mentre al Senato ne entrano 107 su un totale di 315 senatori. Questo numero è sempre in crescita infatti più di cinque anni fa se ne contavano il 30,7% a Montecitorio e il 28,4% a Palazzo Madama. Quindi, in base ai dati precedenti, osserviamo che solo al Senato c’è stato un miglioramento nella rappresentanza femminile, però la strada per la parità di genere in politica è ancora lunga.