REGNO UNITO/Diritto all’aborto, torna la discussione

Nell’Università di Manchester si sta vivendo un periodo di forte tensione causata da una discussione riguardo un argomento che è sempre stato fonte di grandi dibattiti: il diritto all’aborto. 

Che cosa sta succedendo?

Oltre 15,000 persone hanno firmato una petizione per fermare la società pro-life dell’Università di Manchester, alla quale sono state concesse delle leggi inerenti la libertà di parola.  Molte studentesse si sono mostrate contrariate dalla presenza di un tale gruppo studentesco e sono così preoccupate a tal punto da non sentirsi più al sicuro all’interno dell’istituto. Ecco alcune delle loro dichiarazioni:

“È palese misoginia, controllo e sottomissione delle donne nascosta dietro una cortina di fumo mascherata da opinione politica e presa di posizione”

“ Le università  dovrebbero essere centri di progresso, eppure consentono società che dibattono sull’autonomia corporea e sui diritti delle donne”

“ Ho ricevuto messaggi da più donne che hanno affrontato aborti e si sono sentite personalmente vittimizzate e minacciate dalla presenza di una tale società nel campus universitario” 

Le leggi che proteggono gli studenti della società pro-life sono le seguenti: Education act (1994), Equality Act (2010), sezione 43 del Education Act (1986), Higher Education Act (2023).  In queste leggi viene espresso che un gruppo studentesco non può essere bloccato per i propri pensieri. 

Cosa c’è da sapere riguardo alla società studentesca?

L’inizio di tutta la questione è avvenuto l’11 gennaio di quest’anno quando in un post social della suddetta società è stato messo in chiaro che dovrebbe essere di primaria importanza creare una cultura pro-life nel campo. Quasi un mese dopo è stato reso pubblico il comitato, del quale i principali esponenti sono George Vincent, studente di storia dell’arte, e Jacob Karinatan, studente di medicina. La società si è difesa subito dalle svariate accuse ricevute, delineando chiaramente quale fosse la scuola di pensiero che definiva la loro unione: 

“ Il diritto alla vita non è un problema relegato solo a un genere” 

“ Noi non siamo una società anti-aborto, ma una società pro-life. Questo significa che mentre ci opponiamo all’aborto, ci occupiamo anche di altri problemi riguardo la vita, ovvero il suicidio assistito, pena di morte, decessi che sono presenti in condizione di povertà, bassa qualità di vita, cambiamento climatico, ecc…” 

“ Vogliamo creare un migliore campus e società, nel quale ognuno è valorizzato e rispettato “

In conclusione

Il finale di questa vicenda è ancora incerto, però è chiaro che sono stati messi in campo temi caratterizzanti di questo periodo storico e anche di quelli addietro: libertà di espressione e libertà sul proprio corpo. Può dunque la libertà di espressione essere fermata se limita la libertà sul proprio corpo? E al contrario, può la libertà sul proprio corpo essere messa in discussione poiché sennò potrebbe essere limitata la libertà di espressione? 

 

Articolo di Margherita Lazzarotto

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