La scelta più difficile

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Si è conclusa lo scorso week end la 21esima conferenza sul clima di Parigi: cosa si è deciso?
Sicuramente la partecipazione di 195 paesi è tanto rilevante tanto l’accordo preso per limitare a 2 gradi l’aumento della temperatura media.
C’è chi dice che l’obiettivo di COP 21 doveva essere più ambizioso. Inoltre chi verificherà il taglio delle emissioni? Chi pagherà il conto? Ci sono infatti paesi emergenti come l’India che mal sopportano di dover pagare errori precedenti a scapito delle loro economie.
Gli interrogativi sono ancora tanti; il cambiamento climatico non è qualcosa che dovrà avvenire ma è già in atto sotto i nostri occhi. Ad esempio la temperatura media della terra rispetto al periodo pre-industriale è aumentata di 0,9 gradi centigradi con effetti manifesti: l’aumento della temperatura degli oceani che crea possibilità di eventi estremi come tornado e uragani; l’aumento dell’acidità degli oceani che crea problemi agli ecosistemi marini; scioglimento dei ghiacciai e della banchisa polare.
Per evitare affetti ancora più catastrofici dobbiamo darci da fare come è stato fatto a Parigi: l’obbiettivo molto ambizioso è quello di fare a meno dei combustibili fossili entro il 2050.
La comunità scientifica si è pronunciata, ora tocca alla politica, ma l’Europa dovrà dare l’esempio per prima. E avere il coraggio di scegliere. Cosa che, come si sa, è sempre nella vita la parte più difficile.

Enrico

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