SPAZIO/Sarà possibile vivere su Marte?

Recentemente Elon Musk è diventato l’uomo più ricco del pianeta, superando, con un patrimonio stimato di circa 188 miliardi di dollari, Jeff Bezos, fondatore di Amazon.
In un’intervista rilasciata da Musk egli dichiara di voler spendere metà del suo capitale per risolvere le problematiche mondiali, e riservarsi l’altra metà per costruire una nuova civiltà autosufficiente su Marte.

In questi ultimi tempi Elon Musk ha già fatto numerosi lanci di prova, per testare i razzi che la sua agenzia spaziale, SpaceX, sta sviluppando.
Musk ha detto che saranno necessari solo due milioni di dollari per ogni volo, denominato Starship. Nel 2016 ha dichiarato inoltre che la costruzione di questa nuova colonia umana sarebbe iniziata nel 2022, e che il primo uomo sarebbe arrivato il loco entro il 2024, rendendo possibile lo sviluppo di una colonia di circa 80000 persone.

La nostra vita cambierebbe?

Il giorno marziano dura all’incirca come il giorno terrestre, mentre l’anno marziano corrisponde a circa 1.8 anni terrestri, quindi le stagioni, che sarebbero comunque presenti, avrebbero una durata quasi doppia su Marte.
Quindi da questo punto di vista non ci sarebbero particolari problemi.

 

Ci sarebbero delle complicazioni?

Purtroppo con le attuali conoscenze in ambito medico è impossibile stabilire se il valore dell’accelerazione gravitazionale su Marte, pari a circa un terzo del valore terrestre, sia sufficiente a evitare l’insorgere di problemi medici legati alla quasi totale assenza di peso.
Anche la temperatura rappresenta un importante ostacolo da superare, poiché la temperatura media che si raggiunge sul suolo marziano è di -63°C, mentre la minima mai registrata è stata di -143°C
Un altro fattore che determina un importante rischio è la presenza elevata di radiazioni solari, che potrebbero esse fatali per un essere umano dopo soli tre anni di permanenza sul pianeta rosso.

 

Sarebbe possibile vivere su Marte?

Allo stato attuale delle cose no, ed è per questo che Elon Musk sarà probabilmente costretto a posticipare i suoi progetti, almeno per ora. Camminare sul pianeta rosso comporterebbe l’ebollizione ed evaporazione di tutti i fluidi corporei, con conseguenze ben immaginabili. Questo fenomeno è dovuto alla quantità di anidride carbonica (CO2) presente su Marte, insufficiente per raggiungere quello che gli scienziati chiamano “Limite di Armstrong”, ovvero intorno ai 75 millibar di pressione. Colmare il divario di anidride carbonica è la parte più difficile da affrontare in quanto al momento non esistono strumenti tecnologici in grado di farlo.

Gli intoppi non mancano ma la scienza come sempre si evolve, anche se è ancora lontana la risposta alla domanda su dove si troverà l’uomo tra 100 anni, ancora sulla Terra o su un altro pianeta?

 

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