LIGURIA/La testimonianza dei pro vax

È ormai trascorso quasi un mese dal Vax Day del 27 dicembre 2020, che segna l’avvio della campagna vaccinale europea. È l’inizio di un nuovo capitolo per l’umanità: dopo un anno di pandemia è possibile intravedere quella che sembra la “luce in fondo al tunnel”.
Tra i primi vaccinati si è voluta dare la precedenza ai professionisti della sanità, operanti in prima linea negli ospedali e nelle residenze sanitarie assistenziali. Abbiamo ottenuto un riscontro da Marco, tecnico di radiologia dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova:

Come è stata organizzata la campagna vaccinale a livello pratico?
“Qualche giorno prima che iniziassero le vaccinazioni, la Regione ha chiesto alla direzione sanitaria di tutte le aziende ospedaliere il numero di unità di personale che intendessero aderire alla campagna. Ci è stato inviato un modulo da compilare nel caso fossimo interessati a partecipare e naturalmente mi sono iscritto. Inizialmente ci sono state alcune polemiche, poiché non ci era ancora stata fornita nessuna informazione riguardante il farmaco che sarebbe stato utilizzato ed eventuali effetti collaterali. Tuttavia, nei giorni seguenti, abbiamo avuto modo di saperne di più attraverso alcuni incontri e corsi di formazione (online) organizzati per i dipendenti dell’ospedale, al fine di chiarire eventuali dubbi.”

Ha dovuto aspettare molto prima di essere convocato?
“Solo qualche giorno. L’11 Gennaio sono stato convocato dall’ufficio di medicina preventiva per fissare l’appuntamento per la somministrazione della prima dose del vaccino. Ho sottoscritto il “consenso informato”: ti spiegano cosa stai per fare, quali sono i benefici, le controindicazioni e gli eventuali rischi. Bisogna firmare con la consapevolezza di ciò che si sta facendo, è una responsabilità che non va sottovalutata.”

E ora come si sente?
“Sto bene. È normale avere paura di eventuali effetti collaterali, ma finora non ho riscontrato particolari disturbi fisici, se non un leggero indolenzimento nella zona di iniezione, che è durato poche ore”.

Anche in ambito ospedaliero ci sono dei no vax?
“Ho saputo di alcuni colleghi che non hanno voluto vaccinarsi: chi non ha potuto per problemi di salute legati alle controindicazioni, chi invece ha scelto di non farlo per i dubbi sull’efficacia del vaccino e forse per la paura di reazioni avverse impreviste. Qualcuno non è convinto dell’efficacia del vaccino per proteggersi dalla malattia, di conseguenza ha scelto di non vaccinarsi”.

E cosa pensa di questo divario tra vaccinati e non?
“Essendo una grande responsabilità, obbligare qualcuno a farlo contro la sua volontà sarebbe ingiusto. Ma siccome i pazienti sono “costretti” a frequentare un ambiente a rischio, quale è la struttura sanitaria, per sottoporsi a cure o diagnosi, sarebbe meglio non rischiare che il personale sanitario sia veicolo di contagio. Questo per garantire più sicurezza agli stessi pazienti. Stiamo parlando di una situazione delicata, analoga a diverse epoche storiche in cui la gente moriva anche per la mancanza di una cura, ma poi è stato scoperto il vaccino. Ognuno è libero di scegliere, il consenso informato esiste per questo. Ma scegliere in base a dei pregiudizi mi sembra una cosa abbastanza affrettata. Del resto, se un operatore sanitario dimostra di non porre grande fiducia nella medicina, sembrerebbe una contraddizione.”

Un’altra persona sottoposta al vaccino nei primi giorni della campagna di prevenzione italiana, con cui abbiamo scambiato due chiacchiere, è Alice, una volontaria della Croce Verde chiavarese.

Come sei stata informata della campagna? Chi ti ha convocata?
“Visto che sono volontaria della croce verde, sono stata informata della possibilità di potermi vaccinare così come tutti gli operatori sanitari, i miei colleghi volontari e dipendenti.
L’associazione mi ha consigliato di vaccinarmi, sia per un’ulteriore protezione per me stessa, che per tutte le persone che assisterò in futuro, essendo, appunto, a stretto contatto con persone positive al virus Covid-19.
Sono minorenne e quindi ho dovuto chiedere il consenso ai miei genitori; i quali, inizialmente, erano titubanti perché il vaccino era in giro da poco. A seguito di una approfondita ricerca di più informazioni, testimonianze e interviste a diversi medici, si sono convinti.
Tutto si è svolto molto velocemente, l’associazione, da quando ha avuto i permessi da parte dei miei, ha impiegato pochi giorni per rendere disponibile una dose di vaccino da somministrarmi. Infatti tutto si è svolto nel giro di pochi giorni. Io ero scioccata, pensavo di farlo verso marzo, invece l’8 gennaio ero già vaccinata”.

Come stai adesso? Hai avuto qualche effetto collaterale?
“Ora mi sento benissimo, ho avuto solamente un leggero dolore al braccio il giorno dopo il vaccino, ma un dolore uguale a quando ho fatto, ad esempio, il vaccino della varicella. Altre persone che conosco, che hanno fatto il vaccino, si sono sentite leggermente più stanche, ma nessuno di mia conoscenza ha avuto effetti collaterali importanti”.

Hai saputo di qualche no-vax?
“All’interno della Croce Verde ho avuto a che fare con qualche persona completamente contro ai vaccini. Alcuni si spingono proprio oltre al pensiero che i vaccini facciano male e dicono che il virus non esiste; per altri, la motivazione principale era la preoccupazione di sviluppare alcuni effetti collaterali nel lungo periodo perché, secondo loro, è stato sviluppato troppo velocemente, quindi non è stato sperimentato nel lungo periodo.
Sono contenta di aver fatto il vaccino e non vedo l’ora di fare l’altro richiamo per sentirmi più tranquilla, però non abbasserò comunque la guardia. Anche se dopo la seconda dose sarò totalmente immune, finché le regole lo imporranno ancora, continuerò a tenere la mascherina ed a seguire tutte le linee guida del caso. Non penso esista un divario tra vaccinati e non. Continuerò a seguire le norme finché tutti non saranno coperti”.

Le persone con cui abbiamo parlato raccontano di un’esperienza positiva, vissuta da due persone di età molto diversa e con esperienze differenti. Sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga e permangano molti dubbi su cosa accadrà nei prossimi mesi, questo fa ben sperare per il futuro e può essere di ispirazione per tutti coloro che intendono vaccinarsi prima possibile.