SPECIALE PANDEMIA/Come una giornata

Finalmente saremo in Zona Bianca. Dopo tanto tempo si tornerà alla normalità. O quasi. Infatti dal 7 giugno ci saranno meno restrizioni, anche se il problema non è stato ancora sradicato.

Infatti non bisogna solo ricordare il virus e le sue limitazioni, ma anche quello che la malattia ha già scavato dentro di noi privandoci di molte cose, ma donandocene anche altre.

Il criterio

La Liguria, insieme a Veneto ed Abruzzo, sta per tagliare questo traguardo soprattutto grazie all’incidenza dei contagi sulla popolazione complessiva.

Essa per entrare in Zona Bianca ha dovuto registrare meno di 50 casi ogni 100 000 abitanti per 3 settimane consecutive. Questo le permette di risultare in uno scenario di tipo 1, ossia di rischio basso.

Le regole

Nelle regioni in Zona Bianca valgono solo le regole di comportamento. Esse prevedono l’obbligo della mascherina, di distanziamento e di sanificazione. Rimane comunque in vigore il divieto di assembramento.

Non vengono più applicate restrizioni a bar e ristoranti, come neanche a palestre, musei e centri commerciali, i quali potranno aprire in modo regolare. Non si sa ancora nulla delle discoteche, ma si ipotizza la necessità di green pass in tal caso.

Il coprifuoco

Il coprifuoco non è in vigore nella Zona Bianca. Resta comunque la possibilità per i presidenti delle Regioni di imporlo, ma la linea comune va verso l’eliminazione della misura, seguendo le indicazioni del Governo che prevedono la graduale riduzione fino all’eliminazione il 21 giugno.

Vaccino

Uno dei motivi legati a questo miglioramento è senza dubbio la campagna dei vaccini. La Liguria infatti condivide il primato insieme al Veneto per l’efficacia con cui ha garantito le vaccinazioni. Questa regione dopo molti sforzi è stata in grado di registrare una percentuale di somministrazioni rispetto alla dotazione pari a 92,7%.

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Il prezzo dei risultati

Ma per arrivare a questo abbiamo dovuto attraversare tutti un percorso di crescita e di consapevolezza.

E’ stato come una lunga giornata. Partita dall’oscurità della notte, metaforicamente parlando, in cui non si sapeva nulla di questo virus su cui tutt’ora si hanno molti dubbi. Ma proprio nella notte abbiamo avuto modo di intravedere una speranza pur essendo ancora immersi nel problema.

Piano piano, con questa speranza nel cuore, abbiamo provato a vivere approfittando di ogni attimo, pur essendo consapevoli a volte di star sbagliando.

Poi, nei pomeriggi in cui bisognava rincasare presto, ci si è resi conto di quanto le cose possano non andare bene a prescindere dal COVID. Di quanto esso sia stato la lente d’ingrandimento che ci ha permesso di vedere ancora più a fondo cose che normalmente venivano sorvolate.

E infine, con l’immagine del tramonto, si è potuta cominciare ad intravedere la fine di un periodo terribile, ma necessario per comprendere di più di noi stessi.