COVID-19 NEL GOLFO TIGULLIO/L’importanza delle persone

Il COVID-19 ha completamente cambiato la nostra realtà quotidiana a partire dal 21 febbraio 2021, quando a Codogno c’è stato il primo focolaio italiano. Ormai questa pandemia continua da più di un anno e in tutto questo tempo moltissimi esperti hanno espresso le loro opinioni, sviscerando una quantità innumerevole di dati; infatti mi ricordo con molta precisione che ogni sera nel periodo di lockdown completo mi riunivo davanti alla televisione insieme alla mia famiglia per vedere il bollettino giornaliero, che era illustrato nei telegiornali.

Il primo lockdown

Mentre eravamo chiusi in casa nella primavera dell’anno scorso, vedevamo degli scenari angoscianti e tristi alla televisione, quello che mi ha colpito maggiormente è l’episodio avvenuto a Bergamo, dove c’erano così tanti morti da trasportare che è dovuto intervenire l’esercito. Nel frattempo il nostro territorio, ossia il golfo Tigullio, poteva sembrare una piccola isola felice davanti a tutto questo orrore e distruzione, ma, ovviamente, anche nelle nostre città si sono sentite le sirene che rimbombavano disperse nel silenzio che dominava in quei giorni. Mi ricordo ancora che nel mese di aprile 2020 ci sono state delle giornate bellissime e il sole splendeva nel cielo, come se il tempo volesse farci pesare ancora di più la situazione di chiusura che stavamo vivendo.

La rinascita

Poi è arrivata la fine, o almeno lo sembrava, dopo tre mesi si iniziava a vedere la luce in fondo al tunnel: infatti il 4 maggio, il giorno della prima rinascita, finalmente si è potuti uscire e respirare l’aria di primavera, anche se aveva già in sé quel caldo che anticipava l’estate che stava per arrivare. Certamente dopo due mesi e mezzo non è stato facile riiniziare ad uscire con la tranquillità di prima: infatti ogni volta che lo facevo ero ossessionato nel non toccare niente, perché, dopo tutte le informazioni, alcune volte anche esagerate, ottenute dai giornali, si è generata in me un’ansia continua per qualunque cosa facessi e, purtroppo, penso che molte persone abbiano provato questo sentimento. Per fortuna nelle settimane dopo sono riuscito a limitare questa paura, che però è rimasta ben radicata in me per molto tempo.

La calma

L’estate è passata velocemente, finalmente si stava riassaggiando la vera libertà, sempre con attenzione ovviamente, però grazie alle piccole vacanze che ho fatto sono riuscito ad isolarmi dalla situazione di agitazione e preoccupazione perenne causate dalla pandemia.

Il ritorno a scuola

Finalmente le scuole hanno riaperto, noi ragazzi non eravamo più obbligati a rimanere isolati nelle nostre case, come invece è successo nel periodo di DAD. Mi mancavano quelle piccolezze come prendere la merenda alle macchinette con gli altri e scambiare due chiacchere tra una lezione e l’altra. Penso che in quel periodo molte persone abbiano abbassato la guardia: infatti era appena terminata l’estate, dove i casi erano scesi moltissimo, quindi probabilmente si è inserito in noi la speranza che questo virus non potesse tornare come prima, anche se i virologi ci stavano avvisando del su ritorno già da tempo.

La richiusura

Anche se in modo graduale, la chiusura della scuola è avvenuta già ad ottobre. È stato un crollo mentale: infatti sono riemerse tutte le paure che avevo prima, ogni volta che uscivo fuori non dovevo toccare niente e se lo facevo mi disinfettavo immediatamente. Sono una persona solare, quindi non sopportavo l’idea di dover rimanere da solo, senza quel contatto sociale con i miei compagni che alleggeriva le giornate.
Purtroppo, dato che sono una persona a rischio, ancora adesso sono in DDI (Didattica Digitale Integrata), quindi frequento la scuola collegandomi da casa anche quando i miei compagni sono in presenza. Il 24 maggio finalmente tornerò a scuola, perché ho già fatto le due dosi di vaccino, non vedo l’ora, spero davvero che sia come il mese di maggio 2020, dove c’è stata una vera rinascita. So già che nei primi periodi avrò paura: infatti starò attentissimo a toccare meno oggetti possibili, però il fatto di aver già fatto il vaccino mi renderà un po’ più sicuro e tranquillo.

L’importanza delle persone

Ho deciso di raccontare con la massima sincerità quello che mi è successo e tutte le sensazioni che ho provato, perché durante la pandemia di COVID-19 si è parlato molto di tutte le persone che sono mancate a causa di questa malattia e di come l’economia di tutto il mondo stia andando a rotoli, ma, secondo me, ci dimentichiamo troppo spesso delle sensazioni e delle paure delle persone del nostro territorio; infatti cosa succederà quando potremo dire con sicurezza: “quest’incubo è finito”?

So che non è facile riconoscerlo e ammetterlo, ma questa pandemia ha completamente sconvolto il nostro animo, io, ad esempio, come ho scritto precedentemente, ancora adesso ho paura quando esco di casa; infatti tutto ciò che è fuori dal mio domicilio è per me una fonte di ansia e potrebbe espormi al rischio di prendere questa terribile malattia. In questo momento mi sento di associare la mia casa al simbolo del nido di Pascoli, che proteggeva il poeta dai pericoli e dalla sofferenza del mondo esterno.

Quindi, attraverso le videointerviste che potete vedere seguendo il link che troverete alla fine dell’articolo, ritengo di dover provare, nel mio piccolo, a dare voce a diverse persone di età differenti che abitano nel nostro golfo Tigullio, perché questo è il mio contributo per cercare di capire quanto e come il COVID-19 abbia colpito l’anima della gente del nostro territorio. Secondo me si dovrebbe iniziare a capire come aiutare i cittadini a superare le proprie paure, perché, oltre al fatto che lo si debba fare a prescindere, il nostro territorio, la cui economia si basa prevalentemente sul turismo e sul terzo settore, prima o poi riaprirà a pieno regime, ma se alcune persone avranno paura di uscire, si rischierà di cadere in un baratro ancora più grande di quello in cui siamo attualmente.

 

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