Spreco di cibo: ora c’è la multa

 

di Angelica

In Italia ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (146 kg di cibo per ogni persona) finiscono nella spazzatura. Come mai viene sprecato un numero così alto di alimenti? Durante l’allevamento, la raccolta e il trattamento della materia prima molti prodotti vengono scartati per motivi commerciali o estetici, mentre durante la distribuzione rimangono invenduti per varie cause come, per esempio, la scadenza ravvicinata. Sono frequenti, però, anche gli sprechi domestici, ossia gli alimenti acquistati che non finiscono sulla tavola dei consumatori perché lasciati scadere nel frigo o nella dispensa. Dagli anni 70’ lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50% ma solo di recente la questione è trattata come un vero problema. Pochi giorni fa, infatti, in Italia è entrata in vigore la Legge (approvata il 2 agosto 2016) che prevede una grave sanzione – fino a 75.000 euro di multa – per chi spreca beni alimentari e prodotti farmaceutici.

Quali sono gli obbiettivi?

In primo luogo favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano; favorire il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale; contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti; contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo Programma nonché alla riduzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica; contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni.

Sono infine previsti benefici fiscali per chi cede gratuitamente prodotti alimentari ad indigenti: una riduzione della TARI – tassa sulla spazzatura – proporzionata alla quantità dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e destinati alla donazione.

Fonte: http://www.governo.it/approfondimento/sprechi-alimentari/5549

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