CAPIRE/La storia non si ferma

UN FLUSSO INCONTROLLABILE 

Nelle ultime settimane ci sono state molte discussioni tra i vari paesi dell’Unione Europea riguardo al tema dei migranti; l’Italia era spesso al centro di questi confronti. Un flusso migratorio incontrollato proveniente dall’Africa sta occupando l’intero Mar Mediterraneo e migliaia di persone cercano di superare il mare e giungere finalmente in un nuovo paese. Arrivati in Europa, però, vengono spesso respinti: 422.000 migranti nel 2022 e probabilmente in questo 2023 i numeri saranno ancora più grandi. C’è chi parla di fermare questa ondata migratoria, respingerli in patria, ma se questo accadrà cosa impedirà ai profughi che hanno lasciato la loro casa, il loro lavoro, la loro terra, di ritentare il viaggio? Questa non è una comune migrazione, ma la “Migrazione”; una di quelle che non si vedono da secoli.

LA GRANDE MIGRAZIONE 

Quella che è in corso è una delle maggiori migrazioni della storia umana, il tragitto non è lungo come tante altre, ma i migranti sono tanti quanti, se non di più. Durante la migrazione afroamericana, durata 40 anni, circa 6 milioni e mezzo di persone hanno intrapreso una migrazione dagli stati del sud verso quelli del Nord America, una cifra esorbitante, ma non è distante da quella attuale. Tra il 2014 e il 2016 sono arrivati in Europa circa 1,2 milioni di migranti, e questo nel giro di 3 anni; si va così a parlare di cifre mastodontiche e c’è ancora qualcuno che vorrebbe fermare tutto questo. Non si può fermare e non si può neanche rallentare: come sempre l’uomo si sposta per cercare un luogo sicuro in cui vivere e non si ferma finché non riesce a trovarlo; in questo momento quel luogo è l’Europa.

LA STORIA NON SI PUÒ FERMARE

Nessuno può fermare l’onda, per quanto si possa rallentare il momento in cui il piccolo castello di sabbia verrà travolto questo non si può evitare, la diga di difesa crollerà e se non il giorno stesso succederà il giorno dopo. Quest’onda migratoria cerca di arrivare al castello di sabbia tranquillamente, goccia dopo goccia, ma se continuiamo a costruire una diga di difesa allora verremo colpiti da una mareggiata incontrollabile. La storia non può essere fermata, ogni governo prima o poi cadrà, ogni regime, ogni democrazia, ci possono volere anni o secoli oppure millenni, ma nulla è destinato a durare per sempre. il nuovo (come citato nell’articolo della scorsa settimana sul capire) affascina l’uomo da sempre, la curiosità dei cittadini è la fine di ogni regno, non per forza in negativo. Infatti se mai ci sarà un popolo, in un vicino o lontano futuro, che si accontenterà e durerà per sempre, allora quel popolo non sarà più umano, perché avrà perso la caratteristica che ci rende tali: il cambiamento.

IL COLMO IN TUTTO QUESTO

In questa situazione c’è anche un colmo, basta sapere dove guardare. L’Europa infatti sta subendo gli effetti di un calo demografico, la popolazione sta diminuendo e l’età media è sempre più alta. L’intero continente ha bisogno di forza lavoro e non sa come fare, ma la soluzione è in ciò che cercano di evitare. Infatti l’età media dei profughi che cercano di arrivare nei confini dell’UE è di circa 35 anni ( per dare un’idea quella Italiana è di 46). Accogliere i migranti potrebbe essere una soluzione ideale perché in questo modo si risolverebbe il tasso di decrescita della popolazione e l’aumento dell’età media.

LA CICLICITÀ DEL TEMPO

Il tempo ha in qualche modo una sua struttura, delle caratteristiche ben precise che si ripetono ordinatamente. C’è sempre un punto di partenza, un inizio, in cui nasce un nuovo popolo, una nuova idea. Subito dopo la nascita troviamo l’incremento, la fioritura del soggetto o dell’ideologia che sia; può essere un incremento demografico o una rivoluzione scientifica o economica, ma sicuramente cresce in maniera esponenziale creando qualcosa di meraviglioso. Infine si raggiunge un apice, come quello del 146 a.C. in cui Roma si affaccia sul mediterraneo e conquista territori a Nord, Est, Sud e Ovest. Dopo la grande conquista, però, a Roma arriva la crisi; questo è quello che possiamo chiamare calo. Il calo sembra infinito, miete vittime, idee, culti e società. Infine si raggiunge il crollo, in questo momento la storia non regge più la tensione accumulata e si spezza. Dopo ogni crollo si cerca sempre di ricostruire qualcosa di migliore, di più efficace e duraturo, una nuova rinascita, un nuovo incremento, un apice, un calo e un crollo. Tutto questo in maniera ciclica, perché se c’è qualcosa che non possiamo controllare, quello è il tempo.