FOBIE/La tafofobia, una paura difficile da sotterrare

LA TAFOFOBIA

Da pochi giorni siamo ufficialmente entrati nel mese di ottobre che, nell’immaginario estero, viene strettamente collegato alla festività di Halloween, famosa in tutto il mondo per l’alone di mistero e paura che da sempre la avvolge;  proprio di paure trattiamo in questa rubrica, quindi questo mese sarà interamente dedicato ad alcune tra le più raccapriccianti e bizzarre fobie provate nel corso della storia umana nei confronti della stessa morte.

La tafofobia è la folle paura di ritrovarsi casualmente sepolti vivi o all’interno di una bara senza conoscerne il motivo vero e proprio. Secondo alcuni studi attuati intorno al 1900, questa particolare fobia è strettamente collegata alla sua sorella assai più conosciuta: la claustrofobia, ma di lei poi ne parleremo in una prossima pubblicazione, gli studi su un campione di soggetti che soffrivano di una o dell’altra ha dimostrato che queste due paure si sviluppano principalmente in età avanzata quando, per così dire, si inizia a prender coscienza del fatto che il tempo che ci rimane sulla terra sta scorrendo sempre più velocemente.

LA STORIA DELLA FOBIA

Nel 1800 si era formata un vero e proprio business dietro alle tecniche di sepoltura e di rianimazione, infatti è proprio grazie agli impresari di pompe funebri dell’epoca se è nata la tafofobia; questi agivano sul pensiero dei borghesi più illustri e vicini al decesso, convincendoli che vi fosse una remota possibilità nella quale le loro salme non fossero realmente decedute e che quindi, grazie al nuovo sistema di sicurezza proposto dagli impresari funebri, si sarebbero potuti salvare dalla conseguente morte per soffocamento. La cosiddetta bara “salvavita”, consisteva in una cassa da morto alla quale veniva applicato un foro, dentro quest’ultimo scorreva una corda collegata  ad una carrucola, a sua volta legata ad un campanello posto al di sopra del campo santo, in questo modo se il morto si fosse destato dal sonno avrebbe potuto avvertire il guardiano del cimitero del suo risveglio. Non c’è da dire che ovviamente tutto ciò era un puro inganno, architettato soltanto per sfilare qualche soldo in più  dalle tasche di un ricco borghese.

Il nome in se per se deriva dal greco antico “tafos”, ovvero l’atto della sepoltura.

I COSPLEY DEI CADAVERI PIU’ FAMOSI

Quando si parla di racconti del terrore non si può escludere lui, padre indiscusso dell’horror, di chi sto parlando? Probabilmente starete pensando ad Edgar Allan Poe, sì è vero anche lui soffriva di tafofobia, ma vorrei ben vedere visto che ha sempre scritto racconti tranquilli e per niente traumatizzanti, ovviamente sono ironico; comunque no, l’uomo in questione non è il povero Edgar, capace con uno sguardo di penetrarti l’anima e l’intestino scatenandoti un irrefrenabile desiderio di PoePoe a causa della paura; ma sto parlando di…  Hans Christian Andersen,  scrittore rinomato in tutto il mondo per il suo talento di redattore di favole per bambini. Conoscendo la sua più grande paura possiamo finalmente spiegare da dove nasce una delle storie più buffe e famose dello scrittore, cioè: “I vestiti nuovi dell’imperatore”, immaginatevi un Christian Andersen tormentato costantemente dall’incubo di poter vedere le radici dei fiori invece dei petali, ad un certo punto, quando ha  esaurito la sua scorta di camicie da notte a causa delle evacuazioni provocate dai ripetuti spaventi, rimane privato di ogni indumento per dormire, e quindi è costretto ad inventarsi un escamotage: Andersen brevetta e pubblica la sua collezione di alta moda firmata: “I vestiti dell’imperatore, un abbigliamento da paura”.

Parleremo ora di altre due personalità che sono state bullizzate dalla tafofobia: George Washinton e Frederick Chopin. George Washinton, primo presidente degli stati uniti d’America, caparbio condottiero di eserciti popolari in nome della libertà, uomo di inimitabile pudore, soldato valoroso, aveva paura di “riposare in pace”. Noi figli della tecnologia e dell’era moderna ci lamentiamo se non prende il wi-fi, mentre Washinton era infastidito dalla morte non tanto per paura della sua venuta, ma più che altro perché capì  che la morte avrebbe posto la parola fine ai suoi progetti; probabilmente se non fosse deceduto avrebbe potuto colonizzare anche l’Europa e la Russia, per poi forse mirare a Venere o a Nettuno, chi lo sa…

Ed eccoci infine a parlare di un uomo che con le sue canzoni è riuscito a far commuovere, ma soprattutto, grazie alle sue ninna nanne, addormentare migliaia di adulti e bambini: Fryderyk Chopin. Possiamo dire che, a causa di questa paura, lui nella vita c’è sempre andato Piano, ma ciò non è riuscito minimamente a fermare il suo genio creativo e ora, come direbbe un qualsiasi musicista, può finalmente DoMiRe in pace.

Come al solito ogni battuta è a scopo puramente ironico e ha il fine di provare a divertire, non mira a offendere neanche un Poe di gente; sfortunatamente la linea di alta moda “Vestiti dell’imperatore” è stata ritirata dal mercato siccome, a quanto pare, mostrava troppa pelle; George alla fine ha ceduto ed è andato in pensione, ma sono sicuro che lassù gioca costantemente a Risiko; Chopin invece ha scoperto le brezza di “guitar hero” e insieme a Mozart ha fondato una band punk rock.

Arrivederci e mi raccomando, nella vita non BARAte!

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