Cinema e propaganda

di Giulia Cagnasso
– Durante l’anno scolastico uno degli argomenti trattati riguarda la propaganda attuata durante la seconda guerra mondiale.

La propaganda è stato uno strumento utilizzato per influenzare i comportamenti e le idee delle masse allo scopo di conquistare il potere politico. I più abili manipolatori del popolo sono stati soprattutto esponenti degli stati totalitari, sia nazifascisti, che comunisti. È evidente infatti che l’ascesa al potere di questi regimi dittatoriali poneva le basi del consenso popolare.
In Germania durante il Terzo Reich, dal 1933 al 1945, Goebbels, politico e giornalista tedesco, fu nominato Ministro della Propaganda. Egli fu artefice dell’ascesa del Nazionalsocialismo grazie alle sue tecniche di diffusione ideologica. I mezzi di indottrinamento usati prevalentemente da Goebbels furono la radio e cinema. Proprio lui fu uno dei primi ad accorgersi della grande potenzialità del mezzo radiofonico. La massima espressione della sua tecnica divulgativa di evidenzia nel film a colori “Olympia” sulle Olimpiadi di Berlino del 1936. Lo scopo era quello di magnificare la potenza dello Stato tedesco agli occhi del mondo.
Per quanto riguarda la propaganda fascista, Mussolini fu in grado di utilizzare la comunicazione scritta, radiofonica, fotografica e cinematografica per entrare nelle menti degli italiani. Il cinema fu lo strumento di manipolazione delle masse per eccellenza. Mussolini dichiarò pubblicamente che il cinema era “l’arma più forte dello Stato”.
Nel 1942 fu fondato l’Istituto Luce con il fine di produrre film di propaganda. L’intenzione era quella di mostrare la grandezza del Duce, tanto da renderlo un punto di riferimento per tutti. Gli attuali studi cinematografici di Cinecittà furono creati e finanziati da Mussolini stesso, che avallava i film trasmessi solo dopo averli visti personalmente.
Nel 1934 nasce la Mostra del Cinema di Venezia, in cui i film americani venivano censurati.
L’obiettivo della propaganda era quello di esaltare i cambiamenti positivi avvenuti con il regime, celebrare i valori del fascismo e raffigurare la grandezza della Nazione.
Nel film a carattere documentario “Camicia nera” del 1933 si mostra la vita di un fabbro italiano emigrato in Francia (Mussolini era figlio di un fabbro) che perde la memoria in guerra e la recupera anni dopo in Italia, trovando un Paese più moderno grazie al fascismo.
Le pellicole potevano essere commedie, che rappresentavano la società italiana del periodo e i film d’epoca ambientati durante l’Impero Romano, dove veniva glorificata la forza di Roma. Un altro filone è quello dei Kolossal come ad esempio “Scipione l’Africano” del 1937 dove furono impiegate tredicimila comparse.
La propaganda nell’Unione Sovietica aveva l’obiettivo di promuovere i valori del partito comunista, investendo vari campi compreso quello della scienza e della psichiatria. L’indottrinamento veniva realizzato prevalentemente nelle scuole comuniste. Lo scopo era quello di sottrarre i bambini alle famiglie e introdurli ad uno stile di vita collettivo con metodi educativi anche punitivi. La radio veniva usata come mezzo divulgativo contro la Germania; utilizzava ricevitori pubblici per poter raggiungere anche le masse di analfabeti. La produzione cinematografica  trasmetteva film incentrati sulle attività partigiane e sulle sofferenze inflitte dai tedeschi ai sovietici.
I regimi autoritari furono in grado di sfruttare a pieno i nuovi mezzi di comunicazione, soprattutto nei riguardi delle masse, manipolando i loro comportamenti, provocando in loro reazione prevedibili e controllabili. Furono appunto definiti totalitari per la loro pretesa di dominare in maniera totale la società e la mentalità dei cittadini. Nonostante si parli del passato non si può non tenere conto della capacità dei mezzi di comunicazione, che controllano e condizionano ancora oggi la nostra società.
Cinema e propaganda

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