Croce rossa/una scelta di vita

di Michela Cuneo

– Il 2 maggio 2017 abbiamo partecipato alla lezione di Primo Soccorso per otto ore. Tutte le classi erano nell’atrio della nostra scuola. Alcuni volontari della “Croce Rossa” sono venuti a spiegarci l’importanza di aiutare le persone in caso di incidenti, o comunque in difficoltà.
La Croce Rossa è un’associazione di primo soccorso e ONLUS. La squadra di soccorritori ci ha raccontato la storia della Croce: il 24 giugno 1859, 2° guerra di indipendenza italiana, una delle battaglie più sanguinose del 1800 si consumò sulle colline a sud del Lago di Garda, a San Martino e Solferino. Trecentomila soldati di tre eserciti (Francese, Sardo-Piemontese e Austriaco) si scontrano lasciando sul terreno circa centomila fra morti, feriti e dispersi. Castiglione delle Stiviere è il paese più vicino, 6 chilometri da Solferino, dove esisteva già un ospedale e la possibilità di accedere all’acqua, elemento fondamentale nel soccorso improvvisato ai novemila feriti che, nei primi 3 giorni, vennero appunto trasportati a Castiglione.
Lì si trovava un giovane svizzero, Jean Henry Dunant , venuto ad incontrare per i suoi affari Napoleone III. Egli si trovò coinvolto nel terribile macello, aggravato dall’ “inesistenza” della sanità militare, e descrisse il tutto mirabilmente nel suo testo fondamentale: un Souvenir de Solferino, tradotto in più di 20 lingue. Dall’orribile spettacolo nacque in H.Dunant l’idea di creare una squadra di infermieri volontari preparati la cui opera potesse dare un apporto fondamentale alla sanità militare: la Croce Rossa. Dal Convegno di Ginevra del 1863 (26-29 ottobre) nacquero le società nazionali di Croce Rossa, la quinta a formarsi fu quella italiana. Nella 1° Conferenza diplomatica di Ginevra che terminò con la firma della Prima Convenzione di Ginevra (8-22 agosto 1864) fu sancita la neutralità delle strutture e del personale sanitario.
Ferdinando Palasciano, illustre clinico italiano aveva fino dall’Aprile del 1861 sostenuto l’idea della neutralità dei feriti e la moltiplicazione senza limiti dei servizi sanitari. Il fondatore della Croce Rossa Italiana è il medico milanese Cesare Castiglioni ed il primo Comitato italiano è quello di Milano nato il 15 giugno 1864.
Dopo il breve background storici, ci siamo seduti tutti di fronte ai volontari che hanno iniziato a parlare. Ci hanno mostrato un’assistenza pertinente in un Power Point. Il primo soccorso è l’assistenza fornita a qualsiasi persona che soffre di una malattia o di una ferita improvvisa, con l’assistenza necessaria a preservare la vita, a prevenire il peggioramento della condizione ea favorire il recupero.
Dopo questa breve introduzione, ci hanno insegnato come eseguire la rianimazione cardiopolmonare (CPR). È molto importante perché a volte puoi salvare le persone, oppure puoi continuare a viverle fino all’arrivo dell’ambulanza. Per fare la CPR devi combinare le compressioni toraciche con una ventilazione artificiale nel tentativo di preservare la funzionalità cerebrale intatta fino a che non vengano prese ulteriori misure per ripristinare la circolazione e la respirazione spontanea in una persona che si trova in arresto cardiaco. La CPR comporta compressione toracica per gli adulti tra 5 cm e 6 cm di profondità e ad una velocità di almeno 100-120 al minuto. Ma se è un bambino devi fare le compressioni toraciche con un dito e fare “massaggio infantile” – è un tipo di trattamento complementare e alternativo che utilizza la terapia di massaggio per i bambini umani. Questa terapia è stata praticata a livello globale, ma è stata usata sempre più spesso nei paesi occidentali. In generale la RCP viene continuata fino a quando la persona ha un ritorno della circolazione sanguigna.
Sfortunatamente però, a volte, la RCP non è sufficiente.
Bisogna usare il defibrillatore – efficace solo per determinati ritmi cardiaci.
Il defibrillatore eroga una dose di corrente elettrica al cuore. Ma quando lo si utilizza, bisogna prestare attenzione allo shock.
La connessione tra il defibrillatore e il paziente consiste in una coppia di elettrodi dotati ciascuno di gel elettricamente conduttivo per assicurare una buona connessione. Abbiamo imparato tutti i passi che si necessita di praticare prima di fare il massaggio cardiaco: prima di tutto, controllare il posto per la propria sicurezza ed evitare infortuni, poi controllare se la vittima è cosciente chiamandola vicino all’orecchio; a questo punto chiamare immediatamente un’ambulanza compondendo il numero112 e attendere il suo arrivo. Non si deve toccare i feriti, perché si potrebbero commettere complicazioni.
In pochi passi, ma essenziali, ci hanno fatto comprendere come muoversi in determinate situazioni:
• Controlla l’ambiente circostante. Valuta la situazione. C’è qualcosa che potrebbe metterti in pericolo? Tu o la vittima siete a rischio per la presenza di fiamme, fumi tossici, gas, edifici pericolanti, cavi elettrici liberi o altre situazioni pericolose? Se avvicinarsi alla persona mette in pericolo la tua vita, chiama un aiuto professionale immediatamente; si tratta di personale altamente addestrato e preparato per gestire tutte le situazioni pericolose. Il primo soccorso è inutile se non sei in grado di prestarlo senza ferirti.

• Se è del tutto incosciente, cerca di svegliarlo solleticandogli delicatamente le mani e i piedi oppure chiamalo. Se non risponde al tocco, alla voce, al movimento o ad altre stimolazioni, controlla che respiri.

• Se la persona non riprende coscienza, preparati per eseguire la RCP. A meno che non sospetti un danno alla colonna vertebrale, poni la vittima supina e aprile le vie aeree. Se temi che ci sia un infortunio alla spina dorsale, non muoverla e cerca di assicurarti che respiri. Se vomita, spostala su un fianco per evitare che soffochi:

– Mantieni l’allineamento della testa con il collo
– Fai rotolare la persona in modo che si appoggi sulla schiena supportandole la testa
– Aprile le vie respiratorie sollevandole il mento

• Esegui 30 compressioni toraciche e due insufflazioni di emergenza per iniziare la RCP. Metti le tue mani l’una sopra l’altra al centro del torace del paziente, sopra una linea immaginaria che corre fra i capezzoli, coprimi il torace verso il basso per circa 5 cm a una velocità di 100 spinte al minuto. Dopo 30 compressioni, esegui due insufflazioni e controlla i segni vitali. Assicurati che la testa della vittima sia reclinata all’indietro e che la lingua non blocchi le vie aeree. Continua con un ciclo di 30 compressioni e due insufflazioni finché qualcuno non viene a sostituirti.
• Ricorda l’ABC della rianimazione cardiopolmonare. Questo acronimo inglese fa riferimento a tre situazioni critiche che devi controllare e monitorare molto spesso mentre esegui la RCP. Eccolo nel dettaglio:
– Airway – vie aeree: la vittima ha un’ostruzione che le impedisce di respirare?
– Breathing – respirazione: la vittima respira?
– Circulation – circolazione sanguigna: la persona ha polso nei punti principali di rilevamento del battito cardiaco (polso, arteria carotidea, inguine)?
• Telefona alle autorità competenti o ai servizi di emergenza immediatamente se credi che una persona sia gravemente ferita. Se sei l’unico individuo presente oltre alla vittima, cerca di stabilizzarle la respirazione prima di chiamare i soccorsi. Non lasciare mai la persona in difficoltà per un lungo periodo.

Questi passaggi sono importanti e fondamentali, occorre eseguirli alla perfezione con la giusta tempestività.
Abbiamo praticato tutti questi passaggi con un manichino.
I volontari sono degli eroi: amano fare il “bene” a gratis. Ma soprattutto, sono molto fiduciosi e hanno molto coraggio. Sanno come mantenere la calma e “sangue freddo” per dare aiuto. Il loro tempismo è qualcosa di eccezionale ed è davvero molto importante agire con consapevolezza e determinazione. Alcune situazioni potrebbero essere parecchio gravi.
Sono rimasta piacevolmente colpita da questa esperienza, così tanto a tal punto da voler essere particolarmente interessata a far parte di questa associazione e fare tutto il possibile per salvare vite come loro.
Alla fine della parte teorica, abbiamo eseguito un esame, al cui termine ci hanno assegnato come un “patentino” valido per un anno, con il quale poter davvero eseguire tali manovre a seguito di un incidente. Chiaramente non è obbligatorio farlo, proprio perché è meglio che siano degli esperti ad agire, ma d’obbligo è quanto meno chiamare i soccorsi e far sì che la situazione non peggiori.

L’importanza di scegliere

Solidarietà in famiglia