FOBIE/L’entomofobia, una piccola, grande paura

L’ENTOMOFOBIA

 

La puntata di oggi ci rivestirà di un importante incarico: smontare, impacchettare e ricostruire una delle più famose paure dell’intero genere umano: l’entomofobia, ovvero quella che per noi corrisponde alla paura per gli insetti; proprio loro, quei piccoli esserini che non hai ancora capito se sono spuntati fuori da un film di Alien e, ai quali, probabilmente anche tu, quando eri un altrettanto piccolo essere sadico, davi fuoco  con una lente di ingrandimento ispirandoti a Pompei. ( Piccola nota: il manuale per montare una fobia lo puoi acquistare sul sito dell’Ikea ).

 

LA STORIA DELLA FOBIA

Gli insetti con cui ora facciamo la farina hanno sempre fatto da ago di una bilancia di cui non conoscevamo neanche la presenza. In seguito a molteplici ricerche effettuate da alcune delle più importanti università al mondo,  si è scoperto che l’irrazionale paura per gli insetti è strettamente collegata a quella per l’ignoto, infatti la scarsa conoscenza che ognuno di noi ha, per esempio, in relazione alle migliaia di specie differenti di grilli sul marroncino con un puntino nero sul dorso, si riflette nella completezza della nostra ignoranza. Ciò significa che temiamo tanto una formichina perché riconosciamo che, pur essendo essa minuscola, nasconde un intero mondo da noi inesplorato, mondo che noi temiamo per la sua vastità e complessità.

Inoltre fin dai tempi dei nostri amici Greci ci si è sempre interpellati su cosa possa partorire la coscienza, sempre che ne possegga una, di un animale così piccolo e insignificante per il destino del mondo; e proprio sul fatto che ognuno di questi insettini ricopre un ruolo così inutile per l’avvenire delle cose, l’uomo ha ricevuto uno scacco matto dalla comunità degli insetti. Questo avvenne quando capimmo che anche noi se posti su una scala d’osservazione più ampia, siamo praticamente inutili per il corso della storia. In pratica, mentre cercavamo di ammirare la nostra potenza come specie, abbiamo in realtà compreso quanto siamo fragili e che i misteri più grandi si celano nei dettagli più piccoli.

 

GRANDI UOMINI CON PICCOLE PAURE

Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalì i Domènech , meglio conosciuto come Salvador Dalì, è stato uno dei più rinomati pittori del 1900; tutti conosciamo il suo dipinto raffigurante alcuni orologi che si squagliano senza una precisa ragione; il significato che mira a trasmettere è complesso e quasi agli apici della filosofia moderna, segno che il pittore possedeva uno spiccato ingegno, ed infatti era così, peccato che si spaventasse a morte anche per le più minute formichine, sue acerrime nemiche, che potevano arrivare a provocargli intensi attacchi di panico e di iperventilazione.

Immaginiamolo ora lì, seduto a dipingere tranquillamente nel giardino della sua abitazione; ad un certo punto termina il suo cremisi e perciò è costretto a prenderne un tubetto nuovo. Quando ritorna vede una piccola macchiolina verde sulla tela ancora fresca, guarda meglio e nota che si tratta di un grillo, panico! Salvador va fuori di testa. Cerca un riparo. Si getta sui rami di un albero lì vicino e decide di non scendere più. E ora sappiamo anche a chi è inspirato il Barone Rampante di Calvino. Dopo cinque ore rincasa la moglie, che, dopo aver visto il marito ridotto come uno scimpanzè su National Geographic, gli ordina di scendere immediatamente dal suo nuovo appartamentino molto green, urlandogli: “Salvador! Scendi subito Dalì!”.

Parleremo ora di un uomo che è stato uno dei più importanti generali militari della storia, valoroso condottiero, dittatore a vita, parlava di sé in terza persona e faceva parte di una strana relazione a tre con altri due individui, sto ovviamente parlando di Giulio Cesare! Sembrerà strano, ma il nostro amico, che nel tempo libero conquistava città un po’ di qua e un po’ di là, era estremamente terrorizzato dagli insetti!

Immaginiamo ora come la sua fobia avrebbe potuto influenzare il destino di Roma. E’ lì, nel bel mezzo delle sue campagne militari in Gallia, il suo esercito è costituito da uomini forti e senza paura, gli strumenti bellici sono tecnologicamente avanzati e il coraggio è infuso anche nell’ultimo dei soldati di fanteria. Le legioni sono pronte a scaraventarsi contro il nemico per imporvi la propria potenza, ma, per puro caso, qualche giorno prima i Galli erano venuti a conoscenza della paura di Cesare; quindi quel giorno i barbari non schierarono cavalieri o soldati, ma interi formicai! Cesare ordina subito la ritirata, i soldati non possono fare altro che obbedirgli. L’inseguimento continua per centinaia di kilometri fino a quando l’esercito esausto giunge sulle sponde di un fiumiciattolo: il Rubicone. Il valoroso generale si getta nel fiume, seguito dai suoi uomini, al salvo da quelle orride macchine da guerra, verso la libertà.

E fu così che Cesare dichiarò accidentalmente guerra a Roma.

 

Tutti i piccoli atti di bullismo nei confronti dei personaggi citati sono puramente per scopo ironico, non vogliono offendere nessuno e non sono certamente sotto contratto con la comunità degli insetti, o almeno questo è quello che dovete credere voi. Dopo essersi incontrati lassù, Cesare e Dalì hanno fondato una fabbrica di lanciafiamme e ancora oggi si divertono con i loro piccoli amici.

 

Arrivederci e mi raccomando non abbiate paura dell’ignoto; e per parafrasare Cesare:“ L’insetticida ormai è tratto!”

FOBIE/L’entomofobia, una piccola, grande paura

Chiamalo Narciso!

FOBIE/L’entomofobia, una piccola, grande paura

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