IA/Una nuova tecnologia da un’idea non così recente

Giovedì primo novembre si è tenuto il primo “IA Safety Summit” a Londra: un congresso ideato per la gestione dell’intelligenza artificiale.

 

L’IA, UNA NUOVA IDEA DI TECNOLOGIA… O FORSE NO

 

L’IA è una invenzione molto moderna, ma l’idea di intelligenza artificiale o forse meglio dire “vita non biologica” esiste da molti decenni prima. Nel 1982 è stata ideata la prima forma di IA, questa aveva fini economici e poche persone capivano davvero quale svolta avrebbe portato; quella prima forma di IA ha fatto risparmiare all’azienda ideatrice 40 milioni di dollari in un solo anno. Da qui in poi ci fu una corsa alla tecnologia, con l’invenzione di nuove intelligenze e molto altro. Quale mente poteva immaginare che, per la sicurezza dell’uomo, avremmo dovuto istituire una assemblea con i maggiori capi di stato e con i finanziatori mondiali di questo progetto? Ovviamente il regista James Cameron, con il suo film terminator.

 

IA NEI FILM: DOBBIAMO AVERE PAURA?

 

Il famosissimo regista James Cameron realizzò molti film di successo e guarda caso uno inerente all’intelligenza artificiale: “Terminator”. Sorvolando il fantastico cast della pellicola e il successo avuto tra il pubblico, possiamo considerarlo uno dei film più incisivi riguardante robot intelligenti e indipendenti, infatti mostra nello stesso tempo la pericolosità e l’utilità dell’intelligenza artificiale. Il primo film IA sarebbe in realtà “Metropolis”: un film muto, classe 1927, quasi un secolo fa; ma ambientato nel 2026 (data poco distante dai giorni nostri). In questo film un gruppo di industriali governa il pianeta e un robot dalle sembianze umane spinge i lavoratori ad una rivolta per l’indipendenza. Ci sarebbero decine di film su questi argomenti, alcuni anche più conosciuti del vecchio fratello maggiore “Metropolis”; ma questi due film non sono stati scelti come esempio senza rigor di logica, ma perché toccano due aspetti dell’intelligenza artificiale che in questo articolo cercherò di approfondire. Nel primo film è chiaro che l’intelligenza artificiale è un pericolo per l’uomo: un robot sicario venuto dal futuro. Mentre in “Metropolis” il robot è una figura di speranza, che spinge l’uomo a ottenere la libertà. Quale regista avrà ragione? Ma visti gli avvenimenti recenti sarebbe meglio chiederci: Quando avrà ragione?

 

UN PO’ DI STORIA 

 

L’idea di creare una figura umanoide di metallo che possa compiere azioni senza bisogno di programmazione non è propria del nostro secolo; il merito va condiviso con le antiche civiltà del passato. Non c’è una nostra idea che i greci non abbiano pensato prima di noi: troviamo racconti di robot anche nella mitologia, ovviamente non si chiamavano in questo modo e sicuramente non si trattava di tecnologia. Efesto, il fabbro per eccellenza, dio del fuoco e delle fucine, ha sicuramente doti uniche per quanto riguarda la creazione di umanoidi metallici: in un mito infatti crea un gigante di rame per Zeus, la macchina riceve poi l’incarico da Minosse di difendere Creta. Il gigante metallico non si limita ad una meccanica sequenza di movimenti, ma perlustra indipendentemente la zona intorno all’isola e si tiene sempre pronto a difenderla da possibili pericoli. Non c’è che dire, con i loro miti i greci si trovavano sempre un passo avanti a noi.

 

MA È DAVVERO UN BENE?

 

L’intelligenza artificiale può aiutare l’uomo in molte cose, ma è davvero un bene? Questa è una domanda abbastanza scontata in cui la risposta è sempre la stessa: “ci sono lati positivi e negativi” eccetera eccetera; ma vorrei qui approfondire un tema che è toccato davvero poco: farebbe bene all’uomo uno strumento che fa il lavoro al posto suo? Senza considerare tutte le catastrofi che si potrebbero creare con l’IA e che essa rimanga per sempre subordinata al volere umano, non perderemmo l’uso dell’intelletto? Il principio è lo stesso dei calcoli a mente e di altre cose: se ti alleni a farlo il tuo cervello si abitua e migliora, si mantiene allenato; perciò è davvero un bene creare dopo soli 10.000 anni di storia un’invenzione che ci permetterebbe, volendo, di spegnere totalmente il nostro cervello e limitarci a oziare? L’uomo per come lo conosciamo noi adesso non esiste da molto sulla terra, in pochi millenni abbiamo rivoluzionato il globo (rischiando tuttora anche di distruggerlo), quindi consideriamo il livello che possiamo ancora raggiungere in altri diecimila anni, equivalenti a un granello di sabbia nello scorrere del tempo per l’universo. 

 

UN ARMA A DOPPIO TAGLIO

 

Per ora sono stati elencati perlopiù aspetti negativi dell’intelligenza artificiale, ma non ci sono solo quelli. Questa nuova tecnologia potrebbe spegnere il nostro progresso evolutivo oppure proiettarlo in una crescita esponenziale salvando vite e risolvendo problemi impossibili da risolvere. Quest’arma a doppio taglio è veramente curiosa e preoccupante allo stesso tempo, misteriosa come poche altre cose al mondo, ma fa pensare, perché non sappiamo neanche noi cosa abbiamo fatto. Il nucleare, la polvere da sparo, tutte le invenzioni umane non hanno mai avuto neanche l’occasione di sopraffarci (tranne la bomba nucleare, ma lì è comunque l’uomo a decidere se sganciarla o meno); l’IA è la prima invenzione a poter agire fuori dal nostro controllo, può essere fonte di salvezza o di pericolo, ma stavolta non siamo noi a decidere quale dei due. Ancora una volta nella storia l’uomo sta giocando con il fuoco, come 2 milioni di anni fa; quella volta è andata bene, ora non possiamo che sperare che finisca di nuovo così.



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