Non solo pom pons, le cheerleaders raccontate da Ilaria Barbieri

di Valentina Testa

– Sport: quanti ne esistono? Davvero tantissimi ed uno di questi è il cheerleading.
Apparentemente le cheerleaders “sono soltanto delle ragazze pom pons”, simili alle majorettes, ma in realtà ciò che si nasconde dietro le loro esibizioni è tanto lavoro, tanta fatica e tanto sacrificio. Oggi cercheremo di capirne alcuni tratti con Ilaria Barbieri, che, insieme a Giorgia Gasparian, allena il team di Rapallo, Rapallo Cheers, la cui presidente è Rita D’Amico.

Descrivimi in poche parole il cheerleading.
Difficile da fare, ma posso dire che il cheerleading è lo sport per tutti!

In che cosa consiste? Raccontaci tutto.
Se dovessi spiegare tutto starei qui fino a domani e non finirei più. C’è moltissimo da dire, davvero: racconterò soltanto le cose principali.
Il cheerleading consiste nell’unione di più sport: ginnastica artistica, ginnastica acrobatica e stili di danza. Si divide in due sezioni principali, il cheerleading e il cheerdance. Il primo comprende stunts, pyramids, basket toss, tumblings (salti acrobatici), jumps (salti da fermi) e molto altro, il secondo prevede l’utilizzo dei pom pons ed è una vera e propria coreografia, grazie alla quale, tramite cambi di piani e di formazioni, si dà vita ad effetti visivi che catturano l’attenzione di tutto il pubblico.


Perché ci sono ancora così tanti pregiudizi riguardo a questo sport? Si possono eliminare?
Sì, è vero, ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti di questo sport, probabilmente perché le persone giudicano senza informarsi e senza provare. Credo, e soprattutto spero, però, che possano, prima o poi, sparire: parlare con le persone e ancor di più portare il cheerleading nelle piazze e nelle scuole potrebbe sicuramente aiutare.

Perché scegliere il cheerleading piuttosto che un altro sport?
Per me gli sport sono tutti più o meno interessanti, ma sceglierei il cheerleading perché, essendo di squadra, aiuta i ragazzi a confrontarsi con i propri coetanei, a creare nuove amicizie e a prendersi molte responsabilità. Inoltre non sono richieste abilità particolari, ci sono molti ruoli diversi all’interno della squadra.

Cheerleading alle Olimpiadi: cosa ne pensi?
Questa è una delle novità del nostro sport e ha stupito un po’ tutti. Io personalmente spero vivamente che il cheerleading sbarchi alle Olimpiadi, perché  non ha niente di meno rispetto ad altri sport. Se si rappresentassero in meno categorie tutte le discipline sarebbe più semplice: non so se mi sono spiegata, ora ci provo. Ci sono atleti che gareggiano in diverse categorie (nel nuoto partecipano alle gare di stile, di 100 metri, di 200 e alla staffetta, nella ginnastica vi è il concorso a squadre e quello individuale). Sono troppe queste categorie, davvero: meno categorie per tutti, più sport rappresentati!

Ringrazio Ilaria Barbieri per essere stata così disponibile e mi permetto di aggiungere che queste sono soltanto piccole parti di un grande sport che merita di essere conosciuto e valorizzato come tale.