PANDEMIA/I cani sempre al nostro fianco

Grazie a recenti studi di revisione effettuati dagli esperti dell’Università della California, Santa Barbara, ormai non ci sono più dubbi: i cani sono un validissimo mezzo per individuare chi è affetto da COVID-19.

Questa grande capacità, che potrebbe con tutta certezza cambiare radicalmente la nostra vita in questo periodo di emergenza, è dovuta al loro straordinario olfatto, circa 100 mila volte più sensibile del nostro, che permette di rilevare sostanze in concentrazioni bassissime, una parte in un milione di miliardi.

Con questo loro “super potere” i cani riescono a fiutare i cambiamenti che la malattia provoca sia in chi è malato, fino a cinque giorni prima che arrivino i sintomi,  sia in chi è asintomatico; ciò non avviene grazie al virus in sé, perché esso non emana odori, ma per mezzo del sudore, nel quale l’infezione rilascia dei residui metabolici fiutabili dai nostri aiutanti.

Tutto questo meccanismo però dipende da un precedente addestramento, che richiede tra le 4 e le 6 settimane, e per il quale è indispensabile la presenza dell’addestratore; senza questa figura  infatti, con cui si instaura una relazione empatica, il cane, essendo abituato a un preciso linguaggio basato su determinati segnali, non è in grado di comunicare.

Il principale vantaggio di questo sistema è che è semplice, veloce e avviene senza interazioni dirette con l’animale; la persona in questione infatti si dovrà soltanto strofinare una garza sulla pelle, e questa, una volta chiusa in un sacchetto, verrà portata nella stanza in cui si troveranno i cani e verrà fatta annusare da loro.

Inoltre è stato dimostrato che, con una correttezza del 95%, questo è un metodo più rapido e addirittura più preciso di molti tamponi, e che è utile soprattutto in luoghi pubblici dove è inevitabile che si raggruppino molte persone, come aeroporti, stazioni ferroviarie, scuole e università.

In Italia il primo ad ospitare questa novità è stato l’aeroporto di Cuneo, dove i cani sono stati accolti e addestrati, pronti per iniziare la loro attività a partire da febbraio: “Stavamo cercando di capire come potesse essere la ripresa del trasporto aereo e cosa potessimo fare per aiutarla”, spiega Anna Milanese, direttrice dell’aeroporto; “Abbiamo scoperto il metodo innovativo che avevano adottato in Finlandia e abbiamo deciso di chiedere la loro collaborazione per provarlo anche da noi”.

Il progetto quindi è stato messo a punto con la società finlandese Nose Academy Oy, mentre i cani sono stati messi a disposizione dall’Associazione Carabinieri e dalle Unità Cinofile Soccorso di Milano.

I nostri amici a quattro zampe perciò, oltre che a servire come aiuto nella ricerca di armi, esplosivi e droga, e a venire utilizzati per riconoscere molte malattie come tumori, diabete, malaria, e morbo di Parkinson, ancora una volta si sono rivelati essere abili aiutanti al nostro fianco.

L’unico problema, a questo punto, è che va riconosciuto il fatto che non siano macchine, ma esseri viventi: dobbiamo saper rispettare il loro bisogni e il loro tempi, senza approfittare o esagerare delle loro capacità.

 

 

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