UNIVERSO HORROR/Perché la paura è così affascinante?

Il fascino dell’orrore è onnipresente. Non importa sapere che ciò che si sta vedendo non è reale, il desiderio di divertirsi prendendo visione di qualcosa di spaventoso, per quanto paradossale, rimane. Eppure se l’orrore genera disgusto e sentimenti di paura nello spettatore, perché piace? Si tratta di puro intrattenimento e ricerca di adrenalina oppure riguarda qualcosa di più profondo e inaspettato?

Anche se ad una prima occhiata questo fenomeno sembri essere qualcosa di piuttosto recente, in realtà non si tratta di una novità giunta con la creazione di pellicole cinematografiche e creepypasta in rete. Già William Shakespeare all’interno delle proprie opere teatrali faceva riferimento a fantasmi e spiriti rivelandosi il figlio autentico di un’epoca in cui spettri, streghe ed elementi simili erano radicati nella mentalità dei cittadini di ogni estrazione sociale. Ancora più indietro nel tempo Aristotele ne parlò nella sua “Poetica” evidenziando come chi osserva la scena provi piacere a vedere le immagini più precise delle cose la cui vista sarebbe dolorosa nella realtà, facendo riferimento a mostri e cadaveri.

In ogni caso le ragioni dietro a tutto ciò sono diverse ed è probabile che buona parte degli appassionati del genere si identifichino in almeno uno dei punti che andrò ad affrontare.

Distrazione. Uno dei motivi principali per cui l’horror piace sta nel fatto che essendo un genere molto coinvolgente (in quanto agisce sulla paura) tende a prendere l’attenzione completa dello spettatore. Difficile annoiarsi o pensare ad altro quando si hanno continue scene di suspense e atmosfere inquietanti e spesso questo è proprio quello che si cerca dopo una giornata di fatica e preoccupazione: qualcosa da cui non si possa distogliere lo sguardo, ma soprattutto la mente.

Ricerca di stimoli. L’essere umano è attratto spesso da sport estremi, film particolarmente crudi e ogni altra cosa che possa soddisfare la ricerca di sensazioni forti che lo contraddistingue. Questo desiderio di autosuggestione nasce dal bisogno del nostro organismo di utilizzare le secrezioni naturali di sostanze prodotte dal nostro cervello. Le più famose e involontariamente ricercate sono l’adrenalina, l’endorfina e la dopamina, anche se in alcuni casi vengono prodotte in quantità eccessive togliendo il piacere di vedere un film di questo tipo e dando fondo alla pura e semplice paura.

Piacere cognitivo. Tra le ragioni identificate a livello scientifico c’è quella del “piacere cognitivo” proposto in maniera più approfondita da Noel Carroll all’interno del suo scritto “The Philosophy of Horror: Or, Paradoxes of the Heart”. Secondo l’autrice questo tipo di piacere nasce dalla consapevolezza di entrare in contatto in modo del tutto sicuro con l’ignoto e l’oscuro i quali, essendo purificati di tutti i rischi dell’esperienza vera e propria, esercitano senza ostacoli il proprio fascino.

In ultimo c’è il puro senso di intrattenimento che queste storie danno. In fondo le trame sono spesso avvincenti e ricche di mistero, portando lo spettatore ad apprezzare l’opera non solo per il fattore “paura”, ma anche per un genuino interesse.

UNIVERSO HORROR/Perché la paura è così affascinante?

Torniamo a fare sogni lucidi