Colletta alimentare: il volto dei bisognosi

Il 25 novembre non è semplicemente un giorno dedicato ai più poveri. Dietro all’iniziativa della colletta alimentare si cela un’intenzione più profonda, quella di creare legami che uniscano e confortino più bisognosi.

Bisognoso é chi, sommerso da una realtà che non lo soddisfa, vittima di sconfitte e delusioni, non riesce più a pensare all’Altro. Non c’é persona più povera di chi ha come solo orizzonte la propria vita. La giornata della colletta alimentare ci ricorda che ci sono persone che riversano in condizioni peggiori delle nostre. E queste persone ha bisogno di noi. Bisognoso é chi, senza chiedere aiuto, giace fra le difficoltà che la vita gli pone davanti, chi non trova un’ancora a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze. Noi possiamo diventare quest’ancora. É solo un gesto: siamo consapevoli che non sradichiamo il povero dalla povertà, che al massimo lo aiutiamo ad arrivare a fine mese. È solo un gesto, ma forse questo gesto é in grado di strappare un sorriso. Per quel sorriso noi dobbiamo impegnarci. Bisognoso é chi si tira fuori da questa iniziativa in partenza. Bisognoso sì, perché ha bisogno che una scintilla si accenda e torni ad infuocare il suo cuore, a farlo divampare di fronte ad un sorriso.

Non ha bisogno chi, invece, avvicinandosi al supermercato, trova una scusa per evitare lo sguardo delle magliette gialle. Perché quell’abbassare lo sguardo é sintomo di un cambiamento che lo sta scuotendo dal profondo. Diamo tempo a chi cerca di cambiare, concediamo tempo per capire quanto un piccolo gesto sia significativo per chi ha bisogno, per noi stessi. Non smettiamo di sorridere a queste persone, contiagiamole, riempiamo un vuoto nei loro cuori.

Noi non siamo il vero volto della colletta, non è lo è la maglietta gialla davanti al supermercato, che un po’ scoccia con quelle sue richieste assurde. È un periodo in cui sono proprio i soldi a mancare e questi pazzi ci chiamano a spenderne più del dovuto? Il vero volto della colletta é la gratitudine che si disegna sul volto del povero che capisce di non essere solo e dimenticato. È una mano tesa che scioglie i cuori e sveglia, salva l’umano assopito dentro di noi.