Io sono nessuno

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di Claudia Demontis

– Sappiamo veramente chi siamo?

C’era una volta un bambino di nome Nemo che, al momento della sua nascita, venne saltato dall’Angelo dell’oblio, colui che svolge il compito di cancellare ogni memoria della nostra vita futura: ciò concesse a Nemo la capacità di essere a conoscenza del suo destino.

Nemo Nobody è il protagonista dell’omonima pellicola ” Mr Nobody”. Film di clamoroso successo sin dal suo anno d’uscita in sala (2009) è un insieme caotico di tematiche che ruotano intorno alla metafora della ” Scelta”.
Mr. Nobody è un uomo che si ritrova all’età di 118 anni sdraiato su un lettino, o seduto, di fronte ad un dottore mentre tenta di ricordare la sua vita passata in un mondo in cui è l’ultimo mortale ancora vivo tra uomini immortali- fatto dovuto ad una modifica del DNA.

La vita del protagonista rivela infinite sfumature, una più particolare e confusionaria dell’altra; il passato ed il futuro, in netta contrapposizione, occultano nettamente il presente, il quale è ecclissato dalla trasposizione temporale. La persona di Nemo viene divisa secondo il numero indefinito di scelte da lui riscontrate: il personaggio presenta quindi diverse personalità, talvolta decisamente contraddittorie, dovute al rapporto causa-effetto. Il bisogno di dover prendere una scelta diventa, per Mr Nobody, un fatto ineluttabile che porta persino alla disperazione, alla pazzia.
Vivendo riscontriamo un numero indefinito di scelte, non importa il loro valore, la loro origine, se ci sembrino banali, inutili o essenziali: tutte conducono a conseguenze diverse che ci spaventano e, indifferentemente da ciò che accadrà, siamo terrorizzati dal fatto che non potremo tornare mai indietro pensando che queste siano eterne o irriversibili. Così, nel film ci viene proposta una citazione giapponese : << Negli scacchi è chiamato Zugzwang: quando l’unica mossa possibile è quella di non muovere. >> , è su questo concetto che ha fondamenta la pellicola e, in particolare, la personalità del protagonista. Nemo, alla sola età di nove anni, si ritrova a dover compiere una delle scelte più difficili delle sua vita: decidere di partire con la madre o rimanere col padre non è un compito semplice, ma ancora meno si dimostra esserlo se ci si trova in una stazione col treno, che porterà tua madre lontano da te, in arrivo.
In un primo momento, il protagonista cerca di comprendere quale possa essere il cammino giusto sognando la sua vita con ogni minuziosa possibilità che potrebbe presentarsi: immagina di morire in quattro maniere differenti, sogna di sposarsi con tre ragazze diverse e di avere lavori contrastanti. Il bambino crea le sue storie secondo il criterio di cercare di sbagliare il meno possibile: egli scopre che nel momento in cui scegliamo qualcosa o qualcuno di conseguenza perdiamo altro o altri, tutte le sue scelte finiscono per dirigerlo verso l’orlo dell’autodistruzione; é allora che realizza l’impossibilità di prendere una decisione, di riuscire a trovare un equilibrio nel libero arbitrio.
La stasi del protagonista non è causata altro che dalla fantasia di quel bambino di nove anni che deve affrontare una scelta troppo grande per se stesso: il film si rivela essere il frutto dell’immaginazione di Nemo; la creazione di “Mr Nobody”, o “Signor Nessuno”, diventa la personificazione del corso delle conseguenze delle sue decisioni non ancora prese, mai esistite.
Nemo capisce di non essere in grado di scegliere, comprende che, forse, debba rinunciare a capire quale sia la decisione giusta ed agire: il bambino si volta verso i binari e scappa. Nella scena c’è un cartello con su scritto ” Give Away”, “rinuncia”; il protagonista si arrende nel compiere la sua mossa, a “muovere quel pezzo di scacchi” , e si allontana; ma è davvero un atto di “rinuncia” ? Non è forse la resa in sè una scelta, una “mossa”?
Non abbiamo, forse, tutti noi un o una “Signor/ Signora Nessuno”? Una persona creata appositamente per vivere i nostri sogni, le nostre preoccupazioni, le più profonde paure, qualcuno che, infondo, non è mai esistito ma è incaricato di svolgere quel compito che a noi sembra taboo?
Eppure, la vita di “Mr Nobody” conclude sempre con la distruzione.
Forse, ciò è la dimostrazione che sia nostro il compito di agire, diventare gli artefici della nostra vita e non avere paura di sbagliare o soffrire
<<Non possiamo tornare indietro. Ecco perché è così difficile scegliere.>> afferma Nemo, ed è vero ma, spesso, siamo troppo condizionati da chi eravamo per diventare chi dovremo essere.
Non possiamo rivivere il passato ma possiamo, anzi dobbiamo, correre nella bocca di quella misteriosità che è il nostro futuro, farcelo scorrere addosso e, per quanto possibile, tentare di plasmarlo.

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