Dov’è finito lo spirito del Natale?

Di Laetitia Carbone

“Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L’unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi.”

(Charles Dickens)

Così recita uno dei più importanti romanzieri di tutti i tempi, ma che cosa ne pensiamo noi del 25 dicembre?

IL NATALE DI IERI

Il Natale vissuto un secolo fa, o quello dei nostri nonni, era completamente diverso dal nostro. A loro bastava svegliarsi al mattino e percepire un profumo proveniente dalla cucina, radunarsi insieme a mamma, papà ed i fratellini attorno al camino e “scartare” da una calza mandarini, biglie e, per chi era più fortunato, qualche caramella. La giornata era poi trascorsa insieme, si andava in chiesa e poi si stava intorno al fuoco. Era quindi un Natale “povero” materialmente, ma non moralmente.

E QUELLO DI OGGI

Oggigiorno la cosa più importante da trovare il giorno di Natale sono i regali sotto l’albero. Niente più abbracci, sorrisi, “grazie” detti con il cuore, perché ormai questa ricorrenza è vista più come un “obbligo” che come un’occasione di gioia condivisa. Tutto ruota attorno al “ricevere” e non al “dare”, al possedere, ad esempio, l’ultimo cellulare o un paio di scarpe all’ultima moda. Per questo motivo questa celebrazione è vista come un ulteriore motivo di stress. Lo spirito natalizio, poi, si percepisce dalle vetrine dei negozi, decorati da pacchetti e fiocchi di neve, dalle strade, rischiarate dalle luminarie e dai balconi di palazzi, addobbati da luci colorate e Babbi Natale appesi alle balaustre. Alla fine questa festività è vista più come un metodo per trarre profitto, una, se vogliamo chiamarla così, strategia di marketing, intuibile, per esempio, dagli spot pubblicitari in televisione.

LO VERO SPIRITO NATALIZIO

Ormai il 25 dicembre ha preso un aspetto prettamente materiale (anche se non mancano le eccezioni che confermano la regola!) e per questo sarebbe più che complicato modificare le abitudini di un mondo totalmente rivolto verso il possedere il più possibile. Non è difficile però provare a fare un piccolo passo verso ciò che questa data ha significato per decenni. Un giorno dedicato alla generosità, all’amore e alla gratitudine.

Creare il dono da fare a qualcuno con le proprie mani è sempre più significativo che l’acquistare il primo “Set regalo” che ci passa per le mani. Un abbraccio è sempre più ben accetto che un pacchetto anonimo lasciato sotto l’albero. E come disse Dickens, proviamo a considerare questo giorno come un’occasione per aprire i nostri cuori, non i nostri portafogli.

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