Una chiacchierata con Platone

di Beatrice Molfino

– Come sarebbe intervistare uno dei filosofi più famosi di tutti i tempi, ad esempio il celebre Platone? Proviamo ad immaginare una tale situazione, e magari chiarire e apprezzare, in modo più semplice, alcuni dei punti più attuali e universali del suo pensiero.

Platone nacque ad Atene, da famiglia aristocratica, nel 427 a.C. Assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale

« … [di un] uomo che ai malvagi non è neppure lecito lodare. » (Aristotele)

Cosa vi ha spinto a filosofare?
Beh, la passione di tutta la mia vita è stata senz’altro la ricerca di una comunità in cui l’uomo potesse vivere in pace e in giustizia con gli altri. Volevo la pace, perché ho vissuto un periodo di crisi politica, economica ma prima di tutto culturale, cosí ho capito che non bastava cambiare politici o governanti ma che bisognava cambiare l’uomo. Era necessaria una rigenerazione culturale e politica.

Lei è il primo filosofo, con la sua teoria delle Idee, ad aver parlato di metafisica, di qualcosa che sta al di fuori dell’universo fisico, ma cosa sono per lei queste Idee?
Partiamo da qualcosa di semplice, vicino a tutti noi. Una rosa. Guardando una rosa saremo tutti d’accordo ad affermare che è bella quando è fiorita, ma non lo è più quando è appassita. Così si può capire che dalla realtà sensibile si hanno solo opinioni fuggevoli e legate ad una certa circostanza. Dove cercare allora qualcosa su cui basarsi, qualcosa di certo a cui aggrapparsi? Nell’ Iperuranio, il mondo delle idee che sono il modello di tutte le cose sensibili, le quali ne costituiscono semplicemente una copia imperfetta.

Ma allora come si spiega che noi pur vivendo in un mondo caratterizzato dall’imperfezione, conosciamo le forme ideali?
Potrà sembrare un po’ astratto ma spero di riuscire a spiegarmi nel modo più chiaro possibile con questo mito; la nostra anima, prima di incarnarsi nel corpo, è vissuta nel mondo delle Idee, dove ha potuto contemplare gli esemplari perfetti delle cose.
Discesa poi nel corpo, il contatto con la materia ha fatto si che dimenticasse quasi del tutto ciò che aveva visto. Tuttavia ne ha conservato le tracce e così, grazie allo stimolo dell’esperienza, l’anima riuscirà a ricordare. La conoscenza è quindi ricordo poiché portiamo dentro di noi, seppur sfuocate, le idee e basterà solo uno sforzo per tirarle fuori.

Molti hanno colto un accento religioso nella sua teoria della filosofia come preparazione alla morte, può spiegarci meglio cosa significa?
Può sembrare un po’ forte come affermazione, ma provate a seguirmi…io penso che finchè si ha un corpo si sia morti, perché noi siamo soprattutto la nostra anima, la quale, rinchiusa nel corpo, è come in una tomba, quindi mortificata.
In questo senso “filosofare” significa morire ai sensi e al corpo , per poter meglio cogliere le Idee. Per questo ho detto che la vita del filosofo è una preparazione alla morte, intesa come il momento in cui l’anima una volta lasciato il corpo potrà unirsi direttamente alle Idee e contemplarle beatamente.
Quindi bisogna avere cura dell’anima purificandola attraverso la conoscenza.

Nei suoi dialoghi Convito e Fedro si è incentrato principalmente sul tema dell’amore, ma cos’è per lei questo “Eros”?
Quello che comunemente gli uomini chiamano “amore” non è che una piccola parte del vero Amore.
Il vero Amore è desiderio di Bello, di Bene, di Giustizia, di Sapienza, di Felicità, di Immortalità, di Assoluto. Permettetemi ancora una volta di chiarire questo concetto con un mito; Eros è figlio di Povertà (Penìa) e di Possesso (Poros), ha perciò le qualità del padre e della madre; è mancanza (Povertà) perché soffre per la lontananza dal mondo delle idee, ma ricorda la gioia provata quando le contemplava (Possesso). L’amore desidera qualcosa che non ha, ma di cui ha bisogno. Non ha la bellezza, ma la desidera. Non ha la sapienza, ma vi aspira.
Amore è dunque desiderio di bellezza.

La vostra opera più famosa e più discussa è forse la Repubblica. In essa lei ha affermato di volere “la ragione al potere, i filosofi al governo”. La sua teoria è stata da molti criticata, in quanto eccessivamente utopistica, da altri esaltata. Cosa può dirci in proposito?
So bene che lo Stato da me proposto non esiste, ma sono anche convinto che possa essere utile. Poiché esso rappresenta il modello ideale, sulla cui base migliorare gli Stati esistenti.

Grazie per averci dedicato il suo tempo, ha un ultimo consiglio da dare a noi ragazzi di Sharing, e in generale a tutti i giovani?
Beh ragazzi, siate sempre curiosi, cercate, domandatevi, abbiate voglia di scoprire perché, come direbbe il mio maestro Socrate, una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta dall’uomo.