Vivian Mayer / La migliore fotografa che non hai mai conosciuto

di Beatrice Molfino

– Tata di mestiere, fotografa per passione, Vivian Mayer è una figura circondata da un velo di mistero che senz’altro incuriosisce, ma di cui molti non sanno ancora nulla. Ma chi era veramente Vivian Mayer?

Una piacevole sorpresa

E’ il 2007 quando John Marloof, un giovane americano alla ricerca di materiale interessante per una ricerca su Chicago, compra in blocco ad un’asta, per 380 dollari, il contenuto di un vecchio garage, espropriato per legge ad un’anziana signora che aveva smesso di pagare i canoni di affitto. John non poteva immaginare cosa avrebbe trovato all’interno di quei vecchi scatoloni impolverati: centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare. La faccenda lo incuriosisce: le foto sono interessanti e sorprendentemente belle. Decide così di pubblicarne qualcuna su Flickr, riscuotendo un incredibile successo e ricevendo incoraggiamenti ad indagare sul misterioso autore delle fotografie.
Dopo diverse ricerche John scoprirà che lo sconosciuto artista non era un avventuroso giornalista di qualche rivista di viaggi, né un famoso fotografo, ma proprio quell’anziana signora in ritardo con il pagamento dell’affitto, Vivian Mayer. Ma di certo è riduttivo chiamarla semplicemente “anziana signora”, perché, come potete immaginare, Vivian era molto di più.
Fotografa o Mary Poppins dei nostri giorni?

Marloof è entusiasta, decide di approfondire la ricerca e riesce a ricostruire la vita della donna, facendo visita alle famiglie di New York, Chicago e Los Angeles presso le quali lei aveva lavorato. Sì, lavorato, perché Vivian era una bambinaia, che però, sempre munita della sua fedele macchina fotografica Rolleiflex, amava immortalare la vita frenetica delle rumorose strade cittadine.

La Mayer nacque a New York il 1º febbraio 1926. Suo padre era americano di origine austriaca, mentre sua madre era nata in Francia. Dopo la separazione dei genitori, lei e la madre trovarono rifugio nel Bronx presso un’amica, fotografa professionista, da cui la ragazza imparò a fotografare e soprattutto ad amare la fotografia.
Dopo diversi spostamenti tra America e Francia, all’età di 30 anni Vivian si trovava a Chicago, dove veniva assunta dai coniugi Gensburg per prendersi cura dei loro tre ragazzi, che, oggi, la raccontano così:
“She was a Socialist, a Feminist, a movie critic, and a tell-it-like-it-is type of person. She learned English by going to theaters, which she loved. … She was constantly taking pictures, which she didn’t show anyone.”
Quella dei Gensburg fu solo una delle numerose famiglie in cui Vivian lavorò, scattando foto nel tempo libero e usando i bagni di servizio come camera oscura. In tarda età si trovò poi afflitta da gravi problemi economici e le sue fotografie andarono a finire in quel box preso in affitto. Nel frattempo i fratelli Gensburg, ancora molto legati all’anziana tata, la trasferirono in un grazioso appartamento nel centro di Chicago e si presero cura di lei. Tuttavia Vivian morì poco dopo, il 21 Aprile 2009, senza sapere che i suoi scatoloni erano stati messi all’asta e prima che John Marloof riuscisse a rintracciarla.

La prima street artist

Con il suo obiettivo Vivian riusciva a fermare per un attimo la vita cittadina per portarla sempre con sé in una fotografia. Infatti nelle sue foto troviamo essenzialmente scene di vita quotidiana. Che si trattasse di bambini o lavoratori, persone di buona società o mendicanti, l’importante per Vivian era scattare, immortalare.

June 16, 1956, Chicago, IL

Le sue immagini possono quindi essere considerate quasi delle street photos ante-litteram. Così i numerosi autoritratti, caratterizzati dal fatto che l’autrice non guardava mai direttamente verso l’obiettivo e realizzati utilizzando specchi o vetrine di negozi come superfici riflettenti, possono essere visti come antesignani dei popolari “selfie allo specchio”.

La mostra

Dal 17 marzo al 18 giugno il Museo di Roma in Trastevere ospiterà una mostra dedicata a Vivian Mayer, dove saranno esposte 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, insieme a una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta. E’ un’occasione imperdibile per scoprire la vita e l’opera di Vivian.