Intervista ad un viaggiatore in cerca della felicità

di Angelica Zarafa

– Venerdì 17 marzo presso il Teatro Sociale di Camogli ho assistito allo spettacolo “Candido – Viaggio tragicomico nel migliore dei mondi possibili” realizzato dalla compagnia del Teatro della Tosse. Dopo l’esibizione ho avuto l’opportunità di intervistare Pietro Fabbri, colui che ha interpretato il ruolo del protagonista.
Ecco cosa gli ho chiesto.

COM’È NATA L’INIZIATIVA DI QUESTO SOETTACOLO?
Questo spettacolo è nato per ricordare lo scenografo Emanuele Luzzati – mancato nel 2007 – il quale nel 1994 aveva realizzato la scenografia e i costumi per l’opera lirica “Candido” di Leonard Bernstein. Bruno Cesereto e Paola Ratto basandosi sui disegni di Luzzati hanno ricreato costumi e sceneggiatura. In questo modo abbiamo potuto dar vita allo spettacolo a cui avete assistito.

QUAL È LA SCENA CHE VI HA ENTUSIASMATO DI PIÙ?
Forse la scena più impegnativa: quella con le marionette a inizio spettacolo. Un attore difficilmente conosce il linguaggio delle marionette per cui siamo stati “costretti” a studiare con alcuni marionettisti l’utilizzo di questi strani personaggi da palco scenico.
Non è per niente facile.

È STATO DIFFICILE INTERPRETARE IL RUOLO DI CANDIDO?
Sì, come d’altronde tutti i ruoli dei personaggi risalenti a questo periodo storico: sembra quasi che i sentimenti e le emozioni di queste figure non debbano essete rivelati al pubblico come se fossero bloccati da una barriera invisibile.

CONCLUDENDO, COM’È NATA LA PASSIONE PER IL TEATRO?
Mi è sempre piaciuto fare teatro e andare in scena. Mi sono avvicinato a questo mondo più per il piacere di recitare che di assistere a spettacoli, ma piano piano l’amore per questa attività è cresciuto sempre più.

Sei anche tu un appassionato di teatro? Allora ti consigliamo di leggere anche “Entrevista a un actor, dramaturgo y soñador” oppure – se non sai lo spagnolo – “Da Vigo, il teatro fa scuola e diverte”.

Intervista ad un viaggiatore in cerca della felicità

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