Sordità/Orgoglio o malattia?

di Davide Lorenzon

– Nel 2014, in Francia, usciva nelle sale cinematografiche il pluripremiato film “La famiglia Belier”, la protagonista Paula vive con i genitori e il fratello tutti sordomuti, la ragazza si fa carico dei tanti problemi della sua famiglia perché è l’unica interfaccia di comunicazione tra i suoi parenti e il resto del mondo. Ma facciamo un passo indietro, la sordità è una delle disabilità più diffuse in Italia, infatti l’8,7% della popolazione ne soffre , c’è chi nasce sordo per genetica, come me, o chi lo diventa col passare degli anni, magari perché fa lavori dove c’è molto rumore, come e’ accaduto a mio nonno che era capitano di macchina sulle navi. Vorrei raccontarvi la mia esperienza: sono un ragazzo di 16 anni frequento la 2 superiore scientifico e sono nato sordo profondo, tanto per intenderci, senza impianti cocleari, non sento neanche il rumore dei fuochi artificiali dell’8 settembre nella mia amatissima Recco. Per fortuna la mia famiglia ha scelto per me un percorso da oralista, ciò significa che non ho imparato la lingua dei segni ma, con l’utilizzo di protesi, due operazioni per installare gli impianti cocleari e con il supporto di molta logopedia, ho imparato a parlare e a sentire. Ci sono delle persone che non intraprendono il mio stesso percorso, perché non vedono la sordità come una malattia ma come un segno che li contraddistingue dal resto del mondo, io non condivido la teoria dell’ “orgoglio sordo” perché solo con la lingua dei segni non si può comunicare con il resto del mondo e come nel film devi dipendere da un’altra persona per qualunque attività quotidiana, e io amo la mia liberta’! Tuttavia ci sono alcune cose che ci accomunano: tornando al film, nella parte finale, c’è una scena in cui Paula partecipa al concerto scolastico, dove lei canta e lo spettatore si immedesima nei suoi genitori quando c’è un attimo in cui non si sente niente, io vivo quotidianamente questa sensazione, perché ogni volta che tolgo gli impianti sprofondo in quel silenzio irreale. La vita quotidiana di un sordo oralista non è diversa da quella degli altri ragazzi: vado a scuola, faccio sport ed esco con i miei amici come tutti, ma c’è qualche differenza, ad esempio quando vado al mare in estate devo mettere un involucro sugli apparecchi per proteggerli dall’acqua, e svegliarsi alla mattina, senza sveglia, non è cosi’ semplice… Ora ci rido su anche se la strada è stata lunga e faticosa, ma con i progressi scientifici e tecnologici e tanto durissimo lavoro, posso urlare con gioia che la mia sordità è stata sconfitta!!

 

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Sordità/Orgoglio o malattia?

PNL/L’arte della persuasione