SPERIMENTAZIONE/Cos’è il testamento biologico?

di Emanuele Canessa

– Sono anni, ormai, che la medicina studia varie tipologie di farmaci, col fine di rendere sempre meno invasiva ed efficace la cura dei pazienti. Tuttavia,non sempre la sperimentazione è stata diretta come ai giorni nostri. Nel seguente articolo, andremo ad approfondire l’argomento trattato precedentemente da Luca Ruperto: Intervista a Nicola Ruperto/La sperimentazione dei farmaci sui bambini.
Da cosa tutto ha avuto inizio?

DURANTE IL REGIME NAZISTA
In questi anni, gli esseri umani, segregati all’interno dei campi di concentramento, venivano usati come vere e proprie cavie, non solo nella sperimentazione farmaceutica, ma in ogni genere di procedura medica che si trovasse ancora in fase embrionale.

Con la fine della seconda guerra mondiale e con la conseguente caduta del movimento nazionalsocialista di Adolf Hitler, il mondo cominciò a sensibilizzarsi molto riguardo a questo argomento e ciò portò alla dichiarazione di Helsinki.

LA DICHIARAZIONE DI HELSINKI
Questa dichiarazione viene sviluppata dalla Associazione Medica Mondiale (AMM) con l’intento di renderla un insieme di principi etici, per tutto ciò che concerne la sperimentazione umana. Dal ’64 al 2008 essa subisce ben sei revisioni: Tokyo (1975), Venezia (1983), Hong Kong (1989), Somerset West (1996), Edimburgo (2000) e Seul (2008); e due chiarimenti: Washington (2002) e Tokyo (2004).

LA SPERIMENTAZIONE NEI MALATI CRONICI
Purtroppo, nella medicina capita che degli individui siano colpiti da malattie di cui non si è ancora giunti alla cura o che si trovino in casi che non permettono loro di poter prendere una decisione. In questi casi entra in vigore il testamento biologico – detto anche testamento di vita o dichiarazione anticipata di trattamento.

TESTAMENTO BIOLOGICO
Qualora non si potesse sapere in tempo breve la decisione del paziente riguardo a un ipotetico trattamento con farmaci sperimentali, se sulle direttive anticipate egli dicesse che accetterebbe qualsiasi tipo di trattamento che possa farlo rimanere in vita, i medici potrebbero decidere di sottoporlo a un trattamento sperimentale, che porterebbe a due conclusioni: la possibile cura del paziente e, a seconda del risultato con tale trattamento, l’entrata in vigore o meno di quest’ultimo.
In Italia non esiste ancora una legge specifica sul testamento biologico e per un cittadino italiano la volontà circa i trattamenti sanitari che desidera accettare o rifiutare può non essere ufficializzata, ciò varia da caso a caso, anche perché colui che fa il testamento scrive cosa pensa in quel momento e non tutte le sue volontà potrebbero essere considerate bioeticamente e legalmente accettabili.

L’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.