Com’è cambiata la bellezza dal ‘900 a oggi

di Francesca Sanfilippo -Ieri, 8 marzo, è stata la festa della donna, per questo vogliamo parlarvi dei profondi cambiamenti che i canoni di bellezza femminile hanno subìto nel corso degli anni e in particolare nel secolo scorso.

Il Novecento è stato un periodo molto fruttuoso e intenso della storia, ha visto l’introduzione dei mass media: cinema, televisione, mezzi molto potenti e divulgativi. In ambito di moda importanti sono state le passerelle e la diffusione dei servizi fotografici che hanno contribuito a rimodellare l’idea di stile e di concezione del corpo femminile.
Ma andiamo ad analizzare passo dopo passo quali sono stati i passaggi necessari  per arrivare alla moda dei giorni nostri:
BELLE EPOQUE
In quest’epoca a cavallo tra ‘800 e ‘900 la donna ideale ha una linea molto slanciata, vita strettissima, seno spinto in avanti, ventre appiattito e fianchi accentuati. Questo modello prende il nome di Gibson Girl, un personaggio di fantasia ideato e lanciato dall’omonimo artista Charles Dana Gibson  il quale la ritraeva nelle sue rappresentazioni ispirandosi a modelle e accentuandone le curve, creando così un’immagine alla quale le donne si ispirarono per circa vent’anni.
FEMME FATALE
E’ il periodo della donna vamp con occhi e capelli scuri, labbra carnose, sguardo magnetico. La sua bellezza rapisce, essa incarna la passione e l’istinto. Basti pensare ai capolavori di Klint che rappresenta una figura femminile seduttrice, con sguardo enigmatico in “Giuditta I” e “Giuditta II”.
Ma durante il primo conflitto mondiale, come si sa, la donna non ha molto tempo per occuparsi del suo corpo, così la moda è lasciata per un attimo in disparte.
ANNI 20
Predomina un senso di rinascita e libertà, l’ideale di bellezza tende verso lo stile “maschietta” con capelli corti e propensione a nascondere le curve. Ne è un esempio Coco Chanel la quale invita le donne a esporre la pelle al sole rifiutando guanti e gonne lunghe.
ANNI 30
Come afferma il detto, le vecchie mode tornano sempre: Joan Crawford e le dive di Hollywood riportano sul grande schermo la silhouette curvilinea e le labbra rosso fuoco.
ANNI 40
Con la Seconda Guerra Mondiale le curve si accentuano ancor più ed è il periodo delle pin up– letteralmente ragazze da appendere- raffigurate sui poster e si raggiunge il massimo della femminilità. Mussolini stesso vieta ai giornali di pubblicare immagini raffiguranti  figure femminili snelle, a difesa delle donne in carne. Questo modello ha ampia diffusione anche negli Anni 50 quando al centro dell’attenzione ci sono soprattutto Grace Kelly e Marilyn Monroe.
ANNI 60-70
Il fisico della donna si snellisce diventando sportivo e agile, Mary Quant e la modella inglese Twiggy indossano la prima minigonna e la donna è come un’eterna adolescente. Senza contare il fatto che gli occhi subiscono grandi strati di eyeliner e i capelli si tingono di biondo.
ANNI 80
Si ritorna all’amore per le forme, i corpi sono ipertonici e si sfoggiano le gambe muscolose. Un simbolo di questa  immagine ideale è Cindy Crawford.
Ma nel decennio successivo è la magrezza a dominare: si punta tutto sul corpo e niente sulla persona, l’apparenza è la cosa più importante ed è in questo periodo che maggiormente si sviluppano l’anoressia e gravi patologie alimentari.
Oggi, per fortuna, sono numerose le campagne con lo scopo di ridare valore a immagini di donne più in carne e per saperne di più puoi leggere questo articolo:I rotolini del successo