Perché a Natale, anche se non lo ammettiamo, siamo tutti più buoni…

di Marina

– Le feste natalizie sono da sempre un momento per scambiarsi doni, addobbare la casa e passare del tempo con i famigliari. Ci sono famiglie che comprano regali, addobbi e cibi più sfiziosi, ma ve ne sono anche che non sanno cosa mettere in tavola e che ai regali proprio non ci pensano .

In media le famiglie italiane spendono 528€ in regali, spesso inutili, e in cibo in quantità spasmodiche che finisce spesso nella spazzatura.

Dov’è finito il senso di carità?

Ormai abbiamo perso la vera essenza del Natale, che mette i regali al secondo posto e che invece cerca di insegnare l’amore verso il prossimo e la carità verso i bisognosi. Inizialmente l’albero veniva decorato con caramelle, mele, arance e se la famiglia se lo poteva permettere anche con qualche balocco o ghirlanda, mentre la società di oggi spende come minimo 50€ per un albero e altrettanto per gli addobbi. Adesso il Natale viene visto come pretesto per comprarsi roba costosa, come ad esempio il nuovissimo cellulare della Samsung o della Apple, e la carità rimane rinchiusa nel dimenticatoio. Un alternativa a questi grandi sprechi è donare i vari regali ricevuti che non ci piacciono alle associazioni che si occupano dei più poveri e donare il cibo che ci avanza alla mensa dei poveri o al “barbone” sotto casa.

Una domanda sorge spontanea: Come siamo arrivati a questo punto?

La risposta è abbastanza semplice, la società di oggi è influenzata dalle nuove tendenze che favoriscono il consumismo e che ci fanno desiderare cose che in realtà non ci servono. Farsi i regali per Natale non è una cosa negativa: basta farli in modo consapevole cercando di fare anche del bene per le persone che ne hanno bisogno, perché a Natale non ci siamo solo noi, ma anche i vicini di casa al piano di sotto che magari mangeranno la solita pasta in bianco perché non si possono permettere altro.

Il Natale, nonostante le varie spese che comporta, rimane sempre e comunque una delle feste più importanti per noi perché, anche se non lo confessiamo, a Natale siamo tutti un po’ più buoni.