ELEZIONI EUROPEE/Ma come funziona l’Europa?

Tra il 23 e il 26 maggio 2019 i cittadini europei, circa 400 milioni, si recheranno alle urne per rinnovare il Parlamento europeo, la sola istituzione dell’Unione europea i cui membri sono eletti direttamente a suffragio universale. Per gli italiani l’appuntamento è previsto per domenica 26 maggio dalle 7:00 alle 23:00.
A pochi giorni dal voto si vuole fare un pò di chiarezza sull’argomento per rendere più consapevoli i giovani elettori. Il primo interrogativo è per cosa si vota. Si vota per eleggere i deputati che andranno a comporre il Parlamento europeo per i prossimi cinque anni e che rappresenteranno i cittadini dell’Ue.

Il Parlamento europeo è l’organo legislativo dell’Unione, decide sugli accordi internazionali e in merito all’ allargamento dell’Unione. Ha una funzione di supervisore, cioè di controllo democratico su tutte le istituzioni europee, elegge il presidente della Commissione e può votare una mozione di censura obbligando la Commissione a dimettersi. Inoltre, esamina le petizioni dei cittadini, avvia indagini, insieme al Consiglio elabora il bilancio dell’Ue e approva il bilancio di lungo periodo.

Riguardo alla sua composizione, bisogna sapere che il numero di deputati di ciascun Stato membro dipende dalla sua popolazione: da un minimo di sei, es. Lussemburgo, Malta, a un massimo di novantasei, è il solo caso della Germania, per ciascun Stato. Tecnicamente per questa Legislatura il numero di deputati da eleggere sarebbe dovuto cambiare poiché nel febbraio 2018 il Parlamento europeo aveva votato a favore di una riduzione del numero dei suoi seggi (il caso Brexit) passando da 751 a 705 dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. Dei 73 seggi assegnati storicamente agli inglese, 46 sarebbero stati rimossi e 27 ridistribuiti tra 14 Paesi membri (inclusa l’Italia).
Tuttavia, in seguito agli ultimi sviluppi di Brexit e la proroga concessa a UK dal Consiglio europeo, anche i cittadini britannici voteranno i propri rappresentanti.

A proposito del sistema elettorale si ricorda che ogni Stato elegge i propri rappresentanti secondo le modalità previste dal proprio ordinamento. L’unica indicazione è che i parlamentari siano eletti con un sistema proporzionale.

É importante chiarire che i risultati elettorali influenzeranno anche l’elezione del presidente della Commissione europea, organo esecutivo che detiene anche l’iniziativa legislativa della politica comunitaria.
È previsto che il presidente della Commissione sia proposto dal Consiglio europeo che decide a maggioranza qualificata. Con il trattato di Lisbona del 2009, la scelta deve tenere conto dei risultati delle elezioni europee.
È la procedura “del candidato principale”: i partiti politici europei indicano i propri candidati alla presidenza della Commissione in caso di vittoria alle europee, per rafforzare la legittimità politica sia del Parlamento che della Commissione.

Si conclude sottolineando l’importanza indiscutibile di queste elezioni. L’Europa dovrà prendere decisioni per i prossimi cinque anni a proposito del commercio internazionale, della sicurezza, della protezione dei consumatori, della lotta al cambiamento climatico e della crescita economica.
Ogni individuo ha una ragione diversa per andare a votare. Esercitare questo diritto è un passo verso la democrazia europea.