FOBIE/La bacillofobia, quando lo sporco prende il sopravvento

LA BACILLOFOBIA

Questa è la prima di una serie di puntate che verranno pubblicate settimanalmente riguardo un tema di cui si è sempre discusso fin dall’antichità: le fobie (φοβίες).

Ma iniziamo dal principio, che cos’è una fobia? Parliamo di fobia quando ci riferiamo ad una paura ingiustificata ed insensata provata da uno o da più individui nei confronti di un oggetto, di un animale o di un pensiero.

La bacillofobia, nell’ideale storico, va sempre a braccetto con un’altra paura molto simile: la rupofobia, queste sono rispettivamente il terrore per i batteri e per la sporcizia. Questo radicato ribrezzo porta colui che ne soffre a pulire senza sosta, ed in modo quasi compulsivo, qualsiasi superficie con cui viene a contatto quotidianamente.

LA STORIA DELLA FOBIA

Il termine “bacillofobia” trova le sue origini abbastanza recentemente, questo infatti viene coniato parallelamente al graduale progredire delle ricerche in ambito medico-sanitario avvenute intorno alla metà del milleottocento, quale la scoperta della penicillina e lo studio di ceppi batterici controllati.

Invece la rupofobia deriva, come d’altro canto molte altre terminologie legate alle fobie, dal greco antico rupos: “sporco”, questo termine rispecchia pienamente ciò che gli stessi greci intendevano esprimere, ovvero una paura viscerale nei confronti della più innocua sporcizia.

I PULITORI SERIALI PIU’ FAMOSI

Chi se non uno dei più importanti poeti della storia italiana poteva non soffrire di bacillofobia? Giacomo Leopardi, scrittore di importanti componimenti che hanno rivoluzionato il vero e proprio concetto di poesia, ma ecco che oggi sveliamo uno dei motivi per il quale, il rinomato scrittore del “sabato del villaggio”, passava il novanta percento della sua esistenza rinchiuso in casa come un topo da biblioteca, ecco cosa faceva proprio in quei sabati che lui descriveva come ricolmi di gioia: spolverava i suoi amati libri, ripensando all’unica volta in cui ha avuto la decenza di uscire dalla sua fortezza culturale per andarsi a sedere dietro un cespuglio. Ma ora mi rivolgo proprio a te Giacomo, toglimi una curiosità, prima di appartarti dietro una siepe ad “ammirare l’infinito”, hai spolverato pure quella?

Passiamo ora a un trio di uomini che in comune nella vita hanno avuto la professione e le paure: Wiston Churchill, Sadam Hussein e Benito Mussolini. Partiamo dall’idolo degli Inglesi; Churchill, descritto da molti come il liberatore dell’Europa, trascorreva ore ed ore all’interno del suo principale ufficio: la vasca da bagno, un vero e proprio santuario di pace per chi soffre di rupofobia, qui partoriva le tattiche più brillanti, aiutato dai suoi compagni più fedeli in queste lunghe sessioni ovvero le paperelle da bagno; ovviamente scherzo, ma immaginatevi un Wiston Churchill con quella sua caratteristica espressione di disapprovazione, mentre organizza importanti strategie paragonando le paperelle che meno gli vanno a genio con gli U-boot tedeschi e le sue preferite con le portaerei britanniche.

Ed ora concediamoci di analizzare la condizione di due personalità che di paura se ne intendevano particolarmente, Benito Mussolini, fondatore del regima fascista, e Sadam Hussein ex presidente, e dittatore a tempo perso, dell’Iraq. Ora mi spiego la classica frase “quando c’era lui le strade erano più pulite”, si erano pulite, ma non siccome teneva particolarmente alla manutenzione urbana, più che altro perché se usciva di casa per andare a comprare l’olio di ricino per l’insalata almeno non doveva usare i compagni delle brigate come passerella verso la drogheria. Pensavi di riuscire a sfuggirmi, eh Hussein? Ma ora è anche il tuo turno! Nelle nostre case che cosa, il più delle volte, rappresenta la principale fonte di sporcizia? La polvere, e dove c’è tanta, ma tanta polvere? Nella sabbia, e da cosa è costituito principalmente il territorio dell’Iraq? Da deserti! Tutto questo ragionamento mezzo complottista serve per arrivare alla conclusione che, molto probabilmente, il sogno d’infanzia del piccolo Sadam Hussein era quello di far scomparire l’intero deserto siriano in questo modo non avrebbe più avuto problemi con quei bulletti che, sapendo della sua paura della polvere, lo invitavano insieme a loro a fare i castelli di sabbia; loro però non sapevano che in questo modo avrebbero creato un mostro!

Gli aneddoti sui personaggi storici sono solamente a scopo formativo e ironico, non mirano a offendere nessun uomo, donna, bambino, albero o Giacomo. Per chi volesse provarlo, io non mi prendo responsabilità a proposito dei vostri shottini all’olio di ricino. Nessuna controparte infantile di un dittatore è stata maltrattata durante la realizzazione di questo articolo.

Arrivederci e mi raccomando, LAVATEVI LE MANI!

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