GUERRA/Attentato nel Mar Baltico, danneggiato il Nord Stream

Esplosioni contro il gasdotto costruito da Russia e Germania.

Che cos’è successo? L’origine dell’esplosione.

A fine settembre il Mare Baltico ha iniziato a ribollire. Vicino all’isola di Bornholm sono  state registrate alcune esplosioni che hanno danneggiato i due gasdotti sottomarini. I sismologi danesi e svedesi sono certi che le esplosioni non sono state causate da un evento geologico, ma dalla mano dell’uomo. 

 

Che cosa è?

Il Nord Stream è un gasdotto sottomarino che si estende per 1224 km e collega la Russia con la Germania: dalla costa del Mar Baltico russa fino al nord est della Germania. È diviso in due condotti paralleli Nord Stream 1 e 2. 

 

Quando è stato aperto? 

Dopo essere stato aperto, nel 2011, l’1 trasporta ogni anno 55 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia alla Germania. Il 2 è appena stato terminato ma deve essere ancora inaugurato.

È stato costruito spendendo diversi miliardi di euro per evitare di attraversare Polonia e Ucraina ed evitare di pagare conseguenti tasse per il passaggio del gas.

Al momento delle esplosioni nessuno dei due gasdotti era in funzione. Il Nord Stream 1 non è attivo da alcune settimane perché chiuso dal colosso del gas russo Gazprom per manutenzione. Il  Nord Stream 2, completato lo scorso settembre, non è mai entrato in funzione. Tuttavia contenevano entrambi una grande quantità di gas, sappiamo per certo che il 2 avesse al suo interno 300 milioni di metri cubi di gas. 

 

Chi è stato? Cui prodest?

Subito dopo  l’incidente gran parte dei giornali occidentali hanno puntato il dito contro Putin senza avere certezze sull’accaduto, da Mosca il portavoce del cremlino Dmitry Peskov commenta: “è ridicolo”. Se ci soffermiamo su questa accusa chiediamoci quali vantaggi avrebbe la Russia. Le ipotesi sono varie, dal dare incertezza ai mercati con l’arma energetica all’avvertimento ai paesi che dipendono dagli approvvigionamenti di gas. In occidente si sospetta che Mosca abbia danneggiato il gasdotto per avere una giustificazione legale nel momento in cui interromperà le forniture senza rispettare i contratti stipulati.

Secondo queste tesi Mosca starebbe sabotando se stessa: oltre ad aver speso miliardi per la costruzione dei gasdotti, grazie a questi si stava arricchendo moltissimo. 

Se escludiamo la Russia chi può essere il colpevole?

Secondo Maria Zakharova, portavoce del ministro degli esteri russo, dovrebbe essere Joe Biden a chiarire la posizione degli Stati Uniti. Infatti quest’ultimo in una dichiarazione del 7 febbraio 2022 disse: “se la Russia attraversa il confine Ucraino, non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine”. Un giornalista chiese “come fate dato che il Nord Stream non è vostro?”. Biden rispose “Vi garantisco che saremo in grado di farlo”. La Casa Bianca confuta la tesi di Maria Zakharova descrivendo l’accusa come “disinformazione russa”.

L’indagine per scoprire i colpevoli è in corso. 

 

La guerra mette in pericolo l’ambiente.

Oltre che sulla questione politica dobbiamo soffermarci anche su quella ambientale. 

Rilevanti per l’atmosfera sono le emissioni di metano che è un gas serra. Non si è ancora certi però di quale sia la portata di gas che sta fuoriuscendo dall’infrastruttura e quanta sarà la percentuale di metano assorbita dai microrganismi marini che ossidano la sostanza prima che arrivi in superficie. Nonostante le emissioni di metano complessive che il mondo produce in un anno siano molto più elevate, le conseguenze in termini di gas serra sono molto rilevanti. 

Per l’ecosistema marino non dovrebbe essere un grave problema perché le perdite di gas per animali e piante non sono eccessivamente pericolose (come lo sono ad esempio quelle di petrolio). 

 

I gasdotti torneranno operativi?

I servizi segreti tedeschi ritengono che il Nord Stream 1 e 2 dopo le esplosioni potrebbero non tornare mai più in funzione; infatti il rischio è che troppa acqua salata corroda i gasdotti. Mosca dice invece che è possibile ripararli ma ci vorrà circa un anno. 

 

Che impatto ha sulla situazione europea?

Siccome il Nord Stream 1 è stato chiuso a fine agosto e il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione le esplosioni incidono solo in parte sull’approvvigionamento energetico europeo. Ma ci saranno comunque delle conseguenze, soprattutto per la Germania e per l’Italia che è uno dei principali partner commerciali del colosso tedesco.