LAVORO/La parità di genere è ancora lontana

In Italia, così come in tutti i paesi del mondo, le donne vengono ancora pagate meno rispetto agli uomini. Questo divario retributivo continua a rappresentare una delle ingiustizie sociali più diffuse e incomprensibili a livello mondiale.

Uno studio condotto dall’Organizzazione internazionale del lavoro afferma che, in media, le donne guadagnano il 20% in meno rispetto agli uomini; in Europa guadagnano 85 centesimi per ogni euro percepito dall’altro sesso.

Cos’è il gender pay gap?

Il gender pay gap è il divario retributivo medio tra uomini e donne. Nonostante sembri semplice, calcolare questo dato è piuttosto complesso perché va distinto tra gender pay gap unadjusted, quando si considera solo il salario medio dei lavoratori e delle lavoratrici, e adjusted, quando, invece, si fa riferimento anche ad altri fattori che possono contribuire al divario.

In Europa per ogni ora di lavoro le donne vengono retribuite in media il 14,8% in meno rispetto all’altro sesso. È come se ogni anno iniziassero a lavorare a metà marzo, come se lavorassero due mesi senza percepire uno stipendio. La situazione nell’UE è migliorata, ma i progressi sono lentissimi: il gap è diminuito, infatti, solo dell’1% in 7 anni.

“Miti” da sfatare

Proprio per la difficoltà e la diversità del calcolo, molti tentano di giustificare in vari modi questa triste realtà con alcuni stereotipi e luoghi comuni da sfatare.

“Le donne guadagnano meno perché svolgono lavori meno qualificati e di conseguenza meno retribuiti”. Le donne vengo retribuite in modo minore per svolgere lo stesso lavoro svolto da uomini in tutti i livelli professionali. Anzi, più la qualifica professionale è alta, più il divario si allarga; infatti, in Italia, le donne manager arrivano a guadagnare fino al 23% in meno rispetto ai colleghi maschi.

“Gli uomini studiano di più, per questo fanno lavori più retribuiti”.  Oggi in Europa le laureate raggiugono il 60%, perciò sono di più rispetto agli uomini. Un fattore che “aiuta” il gender pay gap, però, è il tipo di studi scelti dai due sessi. La maggior parte degli uomini sceglie studi scientifici, che hanno prospettive di carriera più alti rispetto a quelli umanistici, più gettonati tra le donne.

“Spesso le donne lavorano part-time, è per questo che guadagnano meno”. Il divario sociale tra uomini e donne si calcola su base oraria. Lavorare meno ore alla settimana non implica una retribuzione inferiore per ogni ora, bensì un abbassamento dello stipendio a fine mese.

Come ha influito la pandemia?

Durante la pandemia è aumentata la necessità di prendersi cura di bambini e anziani, poiché i vari servizi come asili, scuole e rsa non sono sempre stati aperti e disponibili. A risentirne sono state principalmente le donne, che, in molti casi, sono state chiamate a rinunciare al proprio lavoro per prendersi cura della famiglia e della casa. Infatti, proprio a causa di questa minore retribuzione, in caso di necessità, il primo stipendio ad essere sacrificato è quasi sempre quello della donna.

Inoltre, per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile, il covid si è portato via l’80% dei posti che, con fatica, le donne si erano conquistate dopo la crisi del 2008.

 

La disparità di genere nel mondo del lavoro è un qualcosa di incomprensibile e, per questo, è necessario aumentare gli sforzi per arrivare ad una parità che, per adesso, sembra ancora molto lontana. Una parità, un’uguaglianza che sia vera, reale, piena ed effettiva e porti ad uguali opportunità e diritti per tutti, anche per le donne.