RAZZISMO/Oltre la retorica delle parole arriva la risposta sul campo

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a vari casi di razzismo, soprattutto nel mondo del calcio, tuttavia oggi ci concentriamo maggiormente sulla risposta che è emersa con i fatti attraverso tre casi esemplari.

26 dicembre 2018

Si sta giocando il Boxing Day della Serie A, ossia il turno giocato il giorno dopo Natale (turno già eliminato dal calendario della prossima stagione). A San Siro vediamo affrontarsi Inter e Napoli, partita in teoria dall’alto contenuto spettacolare. Tuttavia non è lo spettacolo sul campo ad attirare maggiormente l’attenzione, bensì quello sugli spalti: insulti, versi di scimmia e altre provocazioni: siamo sempre alle solite.
Questi gesti di scherno sono rivolti in particolare al difensore partenopeo Kalidou Koulibaly, giocatore franco-senegalese che sta disputando una partita difensivamente pulita. Nonostante ciò, il difensore non sopporta la pressione dagli spalti e viene espulso. In seguito, però, su Twitter il giocatore si fa sentire: “Sono orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, partenopeo: uomo”.
Dopo il tweet del ragazzo, è arrivato anche il supporto di una serie di giocatori, pronti a fare cerchio intorno all’amico/collega per una causa così importante.

Razzismo 0, Umanità 1: ha segnato Koulibaly.

 

2 aprile 2019

Molto più recente, e sempre su un campo da gioco italiano, è il secondo esempio. In casa del Cagliari si sta giocando l’anticipo della 30^ giornata di Serie A tra Cagliari e Juventus. La Juve, colpita da numerosi infortuni e con la necessità di far riposare alcuni giocatori in vista della sfida di Champions League alla Johan Cruijff Arena di Amsterdam, schiera un 3-5-2 con in attacco Moise Kean, attaccante classe 2000 della nazionale italiana, di origine ivoriana e assoluto prodigio dello sport.
Ne esce vittoriosa la Juve, con un 0-2, e ne esce vittorioso Moise. Sì, perchè questo ragazzo ha la stessa età di chi sta scrivendo adesso e, nonostante tutto ciò che ha subito dagli spalti per il colore della sua pelle, ha dimostrato due cose fondamentali: in primis, che mai come adesso l’Italia ha avuto bisogno di uno come lui, che si parli indipendentemente di nazione o di nazionale; in secundis, che se questo paese non la smette con questa mentalità, rischia di rimanere indietro per sempre.
E’ inutile ribadire che, anche in questa occasione, una serie enorme di giocatori si è fatta trovare pronta per dare supporto e dimostrare stima nei confonti del diciannovenne di Vercelli.

Razzismo 0, Umanità 2: Moise Kean firma il raddoppio.

 

2 aprile 2019

Una data sicuramente molto importante nella lotta contro il razzismo.
Lori Lightfoot, donna di 56 anni, afroamericana e omosessuale, è stata eletta sindaco di Chicago, vincendo su Toni Preckwinkle, anch’ella donna afroamericana. E qua è il momento di festeggiare, perché il razzismo viene definitivamente a cadere, scomparendo su se stesso in un mondo che pian piano sta cercando, non senza fatica, di diventare migliore.

Pari diritti, pari opportunità e pari ambizioni: in questo caso l’unica cosa a non essere pari è il risultato:

Razzismo 0, Umanità 3: ci ha messo lo zampino Lori Lightfoot.

Ed è festa grande in tutto il mondo.