RUSSIA/In migliaia in piazza contro Putin

È il 23 gennaio, le piazze di tutta la Russia sono gremite da folle di manifestanti. Era dal 2012 che non si assisteva a proteste del genere, quando si era saputo dei probabili brogli elettorali alle elezioni che avevano visto Vladimir Putin di nuovo vincitore.

In piazza in nome della democrazia

Il popolo russo è tornato ieri a farsi sentire, in nome di una democrazia che viene sempre più calpestata dal presidente in carica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’arresto di Aleksej Navalny, appena tornato in patria. L’attivista anti-corruzione si era da poco ripreso dal tentato avvelenamento, presumibilmente ad opera del governo russo, e aveva lasciato la Germania per continuare la sua lotta contro il governo di Putin. Dal carcere, dove trascorrerà i prossimi anni, ha incitato i suoi sostenitori a scendere il piazza e a manifestare dissenso verso il regime autoritario del presidente.

In migliaia hanno ascoltato l’appello di Navalny e 109 città sono state riempite da manifestanti. A Mosca più di 40.000 persone si sono riunite in cortei non autorizzati, mentre le fonti ufficiali russe hanno riportato un numero di partecipanti drasticamente inferiore rispetto a quello reale. Le televisioni locali hanno risposato che non ci sarebbe stata alcuna tolleranza per le aggressioni alle forze dell’ordine.  Nonostante gli ammonimenti del governo, alcuni manifestanti hanno addirittura attaccato una delle vetture dell’intelligence russo, ferendone l’autista. Al termine della giornata sono stati contati più di 3.000 arresti, tra i quali i massimi collaboratori di Navalny, insieme a sua moglie. Gli scontri fisici con la polizia sono stati numerosi e hanno portato a feriti da entrambe le parti. 

Ancora tanto lavoro da fare

La giornata di ieri, però, si prospetta solo la prima di una lunga serie di scontri. Leonid Volkov, braccio destro di Navalny, ha fatto sapere che “se Putin pensa che il momento peggiore sia passato, si sbaglia.” I manifestanti sono infatti pronti a continuare la loro battaglia, portandola avanti per settimane, se necessario. 

Come il popolo bielorusso è insorto contro il governo antidemocratico di Lukashenko, anche il popolo russo non si lascerà piegare da quello di Putin. È però innegabile che la partecipazione popolare di ieri, seppur notevole, non è stata sufficiente. Sarà necessario molto più impegno affinché queste proteste abbiano un vero impatto sulla politica nazionale. Nel frattempo, in Russia si respira aria di speranza.

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