#XCHISELEPERSO 5/L’uccisione di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci

In Italia si sono svolti i funerali dell’ambasciatore in Congo Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi, insieme all’autista congolese Mustapha Milambo, in un agguato in Congo durante un tentativo di sequestro da parte di un gruppo di uomini armati non ancora identificati. Mentre si svolgeva la cerimonia, alla presenza del capo del Governo Mario Draghi, di diversi ministri e dei familiari delle vittime, nella foresta congolese dove è avvenuto il triplice omicidio proseguono le indagini dei carabinieri inviati sul posto dalle autorità italiane per fare luce su quanto accaduto.

Cosa è emerso dalle autopsie?

Dall’esame dei corpi compiuto nelle ultime ore in Italia è emerso che l’ambasciatore e il carabiniere, che si stava recando con un convoglio umanitario a portare aiuti ad una comunità, non sono stati uccisi nel corso di una esecuzione, come era apparso nelle prime ore, ma sono stati raggiunti da proiettili di mitragliatori Kalashnikov durante uno scontro a fuoco tra la banda che ha assalito il convoglio e un reparto di ranger congolesi intervenuto per liberare i prigionieri. I due italiani sono stati colpiti all’addome e al corpo, non alla testa.

Qual era l’obbiettivo dei banditi?

È emerso che l’obiettivo dei banditi era con ogni probabilità quello di sequestrare l’ambasciatore e gli uomini che erano con lui per chiedere in un secondo tempo un riscatto. L’area in cui è avvenuto l’attacco è situata in una regione in cui operano da anni diverse bande di uomini armati di diversi schieramenti, sia del Congo sia del vicino Ruanda, e per questo motivo non è stato ancora possibile determinare con precisione chi siano gli autori.

“L’attacco che ha portato all’uccisione dell’Ambasciatore italiano in Congo, di un componente dell’Arma dei Carabinieri e del pilota del convoglio della operazione Momusco rappresenta un colpo senza precedenti alla presenza pacifica dell’Unione europea nell’Africa subsahariana” ha scritto l’eurodeputato Andrea Cozzolino, sottolineando che “nella regione era presente nei giorni dell’attentato anche il capo delegazione dell’Unione Europea in Congo” e lo stesso Consiglio Europeo, nel dicembre del 2019, si era impegnato “a sostenere Missione Monusco per il suo ruolo cruciale nella via per la pace, la sicurezza e lo stato di diritto del Paese africano”.

Chi era Luca Attanasio?

L’ambasciatore Luca Attanasio, che lascia la moglie e tre figlie ancora bambine, era conosciuto e stimato per la sua grande disponibilità e vicinanza alle popolazioni locali come dimostrano le foto in cui lo si vede felice in mezzo ai bambini di una comunità congolese sostenuta dalle missioni umanitarie. Questo aspetto rende ancora più straziante la tragedia che ha colpito la sua famiglia.

L’attacco ha colpito profondamente la comunità italiana. Durante i funerali, il personale diplomatico del ministero degli Esteri ha voluto onorare le vittime riunendosi nel piazzale antistante la Farnesina in silenzio.

Cosa succederà alla missione Monusco?

In Italia ci si interroga sulla missione: “Visto che le Nazioni unite sono presenti nella Repubblica Democratica del Congo da oltre vent’anni, e non abbiamo assistito finora ad una apprezzabile pacificazione dell’area, dobbiamo capire se la Commissione Ue ritiene che la missione Monusco sia nelle condizioni di svolgere i suoi compiti e se l’Unione europea intende intraprendere o modificare le proprie azioni al fine di rafforzare la pace e la sicurezza dell’area” si chiede l’eurodeputato del Pd.

Il governo del Congo, dalla capitale Kinshasa accusa gli hutu delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr) del tentato sequestro “a scopo di estorsione” e spiega che gli assalitori erano sei ed erano armati di “cinque kalashnikov e di un machete”. Ma gli stessi fucili automatici sarebbero in dotazione anche alle guardie del parco nazionale dove è avvenuto l’agguato e quindi non si esclude che le tre vittime possano essere state uccise per sbaglio durante la sparatoria.

Un po’ di luce sulla vicenda la potrà fare la testimonianza di altri due italiani della missione, tra i quali il vicedirettore Rocco Leone, rimasto al momento in Congo.