ABRAMOVICH/Tra avvelenamenti e trattative

Occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani, perdita temporanea della vista”, questi i sintomi di avvelenamento riscontrati dall’oligarca russo Roman Abramovich.

In seguito ai negoziati di pace tra Russia e Ucraina, tenutisi all’inizio del mese di marzo, Abramovich e altri due mediatori ucraini avrebbero presentato tali malori, riconosciuti come conseguenze di un avvelenamento. Inizialmente, testate giornalistiche come “Wall Street Journal” e “Bellingcat” hanno segnalato l’accaduto ai media, per poi ricevere la conferma dal portavoce di Abramovich stesso. Le vittime avrebbero consumato, come alimenti  potenzialmente pericolosi, solamente cioccolato e acqua, per “garantire più sicurezza”.

 

Chi è Roman Abramovich?

Il miliardario, nato a Saratov, Russia, nel 1966, è un potente uomo di origine ebraica, cresciuto per la maggior parte della sua vita dagli zii, vista la morte dei genitori in giovane età. Dopo aver tratto vantaggio di una riforma a favore della nascita delle piccole imprese, ha eccelso nel mondo del commercio, principalmente quello del petrolio. Ad oggi, lui è uno dei maggiori imprenditori al mondo, ex proprietario della squadra di calcio del Chelsea e vicinissimo al tanto discusso presidente russo, Vladimir Putin.

 

Che ruolo ha nelle trattative?

Presumibilmente, l’oligarca è stato direttamente coinvolto nei colloqui per la sua influenza su Putin, il potere economico e il legame con Kiev. Infatti, il presidente ucraino stesso, Volodymyr Zelensky, ha richiesto per lui l’esenzione dalle sanzioni occidentali. Espressamente desiderata dall’Ucraina la sua presenza ai negoziati, Abramovich sembra essere uno dei migliori possibili intermediari con la potenza russa; Si sospetta che proprio per questo sia stato avvelenato. Ora non più in condizioni sanitarie preoccupanti, ancora non è chiara la natura del veleno assunto da Abramovich. Tuttavia, per certo si sa che il suo scopo non era letale, quanto quello di allarmare e minacciare la visione di uno spiraglio di pace.