DIARIO SCOZZESE/Day 7 – Ritrovare una propria dimensione

Ore 6.20: Ok, la mia sveglia non suona esattamente a quell’ora. Ma si sa, in amicizia così come in amore si scende spesso a compromessi. E allora non faccio troppa fatica ad accettare che il mio amico Andrea, nonché compagno di stanza, si prepari per andare al lavoro. Anzi, in realtà un po’ di fastidio me lo da, ma quando aprendo gli occhi l’ho visto uscire dalla camera per andare a lavarsi i denti in corridoio, mi ha aperto il cuore come la nonna quando spende l’intera mattinata per farti trovare pronto il ragù da mangiare dopo scuola.

Ore 8.30: dopo aver rimandato la sveglia circa 7 volte e aver realizzato che una dormita più lunga del dovuto avrebbe provocato un incidente diplomatico Riccardo-Liceo Da Vigo, apro gli occhi. Mi alzo, mi guardo allo specchio: tutto perfettamente in ordine, le occhiaie non mi hanno abbandonato. Mi vesto. Decido di indossare una camicia azzurra e un pantalone beige. Nel complesso, abbastanza elegante. Sfortunatamente, non posso vestirmi come nei giorni in cui vado a scuola. O meglio, potrei provare, ma credo che se mi presentassi in pigiama, Parveen, la mia manager, rimarrebbe abbastanza stordita.

Ore 9.30: io e altri quattro ragazzi ci dirigiamo verso la fermata del bus. Non so bene esattamente dove io riesca a trovare le energie, ma già al mattino riesco a essere pimpante e attivo. Silvia non ci mette più di cinque minuti per guardarmi come un alieno e chiedermi dove trovi tutta questa gioia.

Ore 10: York Place. Se Google non è diventato deficiente come me dopo giorni in cui dormo 6 ore a notte, la fermata dovrebbe essere quella corretta. Mi dirigo con Matilde, “la mia collega”, verso il posto di lavoro. E’ disperata: dovrà sopportarmi fino alle 15.

Ore 12: finalmente pausa pranzo. I primi giorni sono stati di ambientamento, non sapevo bene come muovermi. Ma oggi, dopo quasi una settimana, ho finalmente capito che mangiando tutti i giorni da McDonald’s non mi avrebbero assunto come testimonial per la loro prossima campagna pubblicitaria. E allora ho deciso di cercare di tornare in Italia con il colesterolo a meno di 240, e mi preparo ad addentare due deliziosi toast preparati da me medesimo la mattina stessa. Beh, non proprio il perfetto esempio di alimentazione sana e corretta, ma non ci lamentiamo visti gli standard dei giorni precedenti.

Ore 15: la giornata lavorativa è terminata. Il nostro PowerPoint che verrà esposto il 16 maggio all’Open Day della nostra azienda, che si occupa di diritti civili e lotta alla discriminazione, è pronto. Possiamo finalmente goderci un paio d’ore di relax nella nostra intensa giornata.

Ore 18: l’allenamento è finito. La stanchezza si sente, ma la sauna e un piacevolissimo idromassaggio ci permettono di ricaricare le pile. No, non pensate che tutte queste belle cose siano presenti nel nostro albergo. Siamo semplicemente riusciti a trovare un centro fitness che offriva un giorno di prova gratuito e Andrea, Alberto ed io abbiamo deciso di approfittarne. D’altronde siamo di “Zena”, a scroccare abbiamo il master. Non sono mica diventato scozzese in sei giorni.

Ore 20.45: dopo 40 minuti di tram e un paio d’ore di studio nella biblioteca dell’Università di Edimburgo, arriviamo in albergo per cenare. La parte più bella della giornata: un momento di condivisione, in cui siamo finalmente liberi di criticare la pessima cucina dell’hotel e ricordare quanto fosse buona la pasta della mamma.

Ore 22.00: finalmente l’occasione di parlare delle notizie del giorno e fare un pochino il punto della situazione su quello che succede intorno a noi. Dopo aver discusso un pochino su quelle che sono le principali novità del martedì appena trascorso, ci prepariamo per discutere delle nostra giornata lavorativa, confrontandoci e cercando di capire come ognuno di noi stia trascorrendo questa fantastica esperienza in territorio scozzese.

Ore 23: è il momento di un fantastico gioco di ruolo e strategia: “Lupus in tabula”. Il gioco è talmente bello che nessuno vuole andarsene in camera per potersi riposare e preparare alla giornata di domani. D’altronde, come direbbe un famoso proverbio… La sera leoni, la mattina? A voi la conclusione.