ALLARME RAPALLO: Poliziotti in borghese derubano anziani

Di Maria Elena Cassinelli

Una scena da film

“Aprite, è una perquisizione!”. Una frase simile ricorda i classici telefilm polizieschi e sembra del tutto dissimile dalla realtà , o per lo meno strano, inusuale. Ultimamente, però, questa frase si sente con maggior frequenza. Sfortunatamente, adesso, a pronunciarla sono degli impostori. Ci sono stati diversi casi in Lombardia ed Emilia Romagna, ma sicuramente quello che ci colpisce più nel vivo è avvenuto sotto i nostri occhi, a Rapallo, a poche decine di metri dalla nostra scuola.

La tecnica utilizzata dai furfanti

Ciò è accaduto in un condominio di via Dominzoni la settima scorsa: due ladri, travestiti da carabinieri, convincono una coppia di anziani a lasciarli entrare in casa, raccontando loro di stare inseguendo un ladro che si starebbe aggirando sul tetto. Come prova della veridicità della loro identità, gli mostrano due distintivi (falsi). Mentre il primo si reca sul terrazzo, fingendo di scrutare il tetto nella ricerca del “ladro”, il secondo, non visto, fruga nei cassetti della stanza vicina e riesce a trafugare 300 euro, gioielli e cornici d’argento. La coppia, purtroppo, si rende conto tardi della truffa e si rivolge alla polizia. Se questi malviventi sono davvero in grado di riprodurre distintivi credibili, allora, come si può avere la certezza di trovarsi di fronte ad un vero ufficiale dei carabinieri?

Come riconoscerli e come fermarli

In primis, è raro che dei carabinieri compiano un’ispezione in un domicilio privato “in borghese”, ma nel qual caso avvenisse ciò, vi è sempre anche un’auto con del personale in uniforme. In secondo luogo, ogni qualvolta ci si trovi in una situazione simile, è opportuno telefonare al 112 per verificare la loro identità.
Infine, secondo il 13° e 14° articolo della nostra Costituzione, il domicilio è considerato come un’estensione della libertà personale ed è, quindi, “inviolabile”.
Di conseguenza, noi cittadini non siamo obbligati ad “aprire la porta” alle forze dell’ordine, se esse non esibiscono un “mandato” di perquisizione.

Lo scetticismo dei civili nei confronti delle forze dell’ordine

Questi ripetuti atteggiamenti illegali, non causano solo il panico e l’angoscia nei cittadini, ma li spingono anche, inconsciamente, a perdere la fiducia nei confronti di coloro che, invece, dovrebbero proteggerli e tutelarli.
Se prima vi erano già dei gruppi piuttosto nutriti di persone che si dimostra diffidenti nei confronti delle forze dell’ordine, considerandoli corrotti, ora il numero di chi non si fida continua ad aumentare.
Di conseguenza, se nemmeno gli adulti si fidano, perché dovremmo farlo noi e, soprattutto, perché dovremmo decidere di intraprendere la loro stessa carriera?
Forse per evitare che persone simili continuino ad aggirarsi per le nostre città a derubarci della “fiducia”.

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